venerdì 16 dicembre 2011

Monti-lascio indirizzo pizzicagnolo nel caso servisse.


Tra il dire e il fare, tra la teoria e la realtà, ne passa di acqua, dice un vecchi adagio. Il governo Monti ha messo in risalto la sostanziale differenza che c’è tra enunciare questioni di principio, ideali, indirizzi e la loro applicazione. Questo è quello che è successo con la manovra del suo governo che, dai suoi enunciati a base di equità, rigore e sviluppo, ha concretizzato ben altro. Oltre al fatto che la precedente coalizione a guida B. in questo istante tiene  per collo i Tecnici, di fatto la manovra


è stata forte, ma rispetto a tutte le precedenti  manovre, alla fonte di recupero delle risorse, quale settore bisognava colpire per risanare parte dell’economia, non è cambiato granché: è alla porta dei soliti noti che ha suonato il campanello. Allora per fare quanto finora fatto, per produrre quanto legiferato dal governo Monti, in linea di principio sarebbe stato meglio chiedere consiglio al mio Pizzicagnolo piuttosto che scomodare la crème della crème dell’intellighenzia italiana. Nessun taglio al numero dei Parlamentari, ai loro, stipendi, ai loro privilegi, ai costi della politica, ai doppi stipendi, ai tetti di stipendio per manager di società Pubbliche, mentre nel contempo venivano fatti ulteriori tagli ai comuni a cui comunque non perverrà l'eventuale Ici introdotta. Anzi, mentre in Italia i dati Istat, ci dicono che nel 2010 crescono disoccupati e inattivi a Palazzo Chigi gli stipendi salgono del 15%. Inotre gli Italiani deputati al Parlamento Europeo vincono un'altra medaglia come i più pagati d'Europa

Nessuna patrimoniale, limite di pensionamento non valido per alcune categorie e quello ideato non graduale, mantenimento dello statuto speciale per regioni ricchissime quali Trentino e Valle D’Aosta, non applicabilità dell'Ici alla chiesa laddove fa impresa, nessuna abolizione di ordini professionali, non adeguamento all’inflazione delle pensioni bassissime, nessuna vendita delle frequenze televisive, nessuna risoluzione sul conflitto di interessi, nessuna riforma elettorale, nessun decreto sviluppo. E ancora: nessuna iniziativa sui capitali all'estero, poco o nulla sui capitali scudati….nulla di  tutto questo e ciò significa solo ulteriori guai per il Paese.

Il bello della questione poi è che la quasi totalità degli Italiani vuole contribuire al risanamento, e quindi Monti viaggiava con il vento in poppa e il favore di grandi partiti di opposizione. Cosa dobbiamo aspettarci ora? Credo che pagheremo dazio ulteriormente e la matassa non sarà di facile soluzione. Manca una legge elettorale più giusta, una legge sulla corruzione che ci vede in fondo alla classifica mondiale, il concorso della gente migliore alla pubblica amministrazione, una legge che impedisca ai corrotti e sostenitori di mafiosi di sedere in Parlamento, piani industriali delle aziende alle quali si presta aiuto, manca serietà e metodo. Come dire, "L'equità è quell'apostrofo rosa tra le parole tasse e i soliti noti"

Abbiamo bisogno di idee chiare, ben espresse, obiettivi verosimilmente certi, concretezza, carattere  ragione e cuore, equità, legalità, possibilità, competenza: il Pifferaio Magico del sultanato di Arcore lo abbiamo già sperimentato con i risultati che sono quelli di oggi. Sebbene Monti fosse stato accolto con tutto i favori, per quanto finora espresso forse abbiamo bisogno di altro. Comunque, eventualmente, lascio il recapito del mio pizzicagnolo sotto casa nel caso si volesse spendere meno del costo dei Tecnici ed ottenere un probabilissimo migliore successo di quanto finora prodotto dall’ultima manovra economica del governo incaricato.


Ps. C'è un settore economico in cui l'Italia non ha rivali in Europa. Sono gli stipendi dei deputati al Parlamento europeo versati dal governo dei rispettivi Paesi, e quindi dalla collettività. (dal Corriere della Sera)

Italia 144.084,36 euro
Austria 106.583,40
Olanda 86.125,56
Germania 84.108
Irlanda 82.065,96
Gran Bretagna 81.600 euro
Belgio 72.017,52
Danimarca 69.264
Grecia 68.575
Lussemburgo 66.432,60
Francia 62.779,44 euro
Finlandia 59.640
Svezia 57.000
Slovenia 50.400
Cipro 48.960
Portogallo 41.387,64
Spagna 35.051,90
Slovacchia 25.920 euro
Rep. Ceca 24.180
Estonia 23.064
Malta 15.768
Lituania 14.196
Lettonia 12.900
Ungheria 9.132
Polonia 7.369,70 euro
09 giugno 2005

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