(clicca su Immagine) Transparency International ha pubblicato il CPI (Corruption Perception Index) 2010. L’Italia occupa il posto numero 67 su 178. Prima di noi tutti i paesi Ue, G8 e G 20, fatta eccezione di Romania (69), Bulgaria (73) e Grecia (78). Prima di noi, soprattutto, Malesia (56), Turchia (56), Tunisia (59), Croazia e Macedonia (62), Ghana e Samoa (62), Rwanda (66). Transparency International (TI), il network globale leader sulla lotta alla corruzione con sede centrale a Berlino, cui aderiscono oltre 90 associazioni su base nazionale, ha diffuso oggi i dati relativi al CPI 2010 per i 178 Paesi censiti.
In ragione della sua lunga tradizione nel ruolo di sensibilizzazione sul tema e per il ruolo civico che lo accompagna (è stato il primo indice internazionale dopo l’indice municipale redatto da Transparency Italia nel 1996: Il costo della corruzione: Il Caso Milano), il CPI è storicamente il punto di riferimento della comunità internazionale sul tema “corruzione” e rappresenta il momento privilegiato di rapporto diretto con le pubbliche opinioni sul “cancro della corruzione”. “No comment” ma i capitali stranieri si muovono anche in base a questo indice, il quale evidentemente è un parametro importante per la fiducia economica. Acquistereste dei titoli di stato o fareste investimenti in un paese che dice che tutto fila liscio mentre il CPI dice il contrario e i capitali esteri se ne stanno alla larga?
e pure alcune multinazionali se ne stanno andando lasciando in Italia solo una filiale di rappresentanza: grazie silvio che tutto hai fatto per aumentare questa percezione di marciume
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