Non sono riuscito a recuperare l'intervista a F.Fazio sulla Rai ma acoltaldola mi è sembrata intelligente e con un forte sapore di libertà dell'd
Fabio Fazio, Roberto Saviano e gli autori di 'Vieni via con me' ritengono "inaccettabile la richiesta" avanzata oggi dal Cda della Rai con l'ordine del giorno De Laurentiis per la replica delle associazioni a difesa della vita nell'ultima puntata, lunedì. Si tratta, dichiarano, di un "programma di racconti che non ha la pretesa né il dovere né la presunzione di rappresentare tutte le opinioni.
Non siamo un talk-show, non siamo una tribuna politica". "Il Consiglio di amministrazione della Rai - dichiarano Fazio, Saviano e gli autori di Via con me - ci chiede di ospitare, nella quarta e ultima puntata della trasmissione, le '0associazioni pro-vita' per replicare al racconto di Roberto Saviano nella seconda puntata, dedicato a Piergiorgio e Mina Welby, e all'elenco letto da Beppino Englaro e Fabio Fazio". Richiesta "inaccettabile", proseguono, "per una ragione specifica e per una ragione di principio". "La ragione specifica - spiegano -: concedere un cosiddetto diritto di replica alle associazioni pro-vita, significherebbe avallare l'idea, inaccettabile, che la nostra trasmissione sia stata 'pro-morte',mentre abbiamo raccontato due storie di vita, sottolineando la pari dignità, di fronte alla prosecuzione artificiale della vita, di chi sceglie di accettarla e di chi sceglie di rifiutarla. Per la precisione, è stata letta da Beppino Englaro questa pronuncia del 2007 della Corte di Cassazione: "Accanto a chi ritiene che sia nel proprio migliore interesse essere tenuto in vita artificialmente il più a lungo possibile, anche privo di coscienza, c'è chi, legando la propria dignità alla vita di esperienza e questa alla coscienza, ritiene che sia assolutamente contrario ai propri convincimenti sopravvivere indefinitamente in una condizione di vita priva di percezione del mondo esterno". Sono parole della Corte di Cassazione della Repubblica italiana: rappresentano tutti, nessuno escluso. La ragione di principio: un programma di racconti, come il nostro, non ha la pretesa né il dovere né la presunzione di rappresentare tutte le opinioni. Non siamo un talk-show, non siamo una tribuna politica. Se ogni associazione o movimento che non si sente rappresentato da quanto viene detto in trasmissione chiedesse di dire la sua, non basterebbero mille puntate di 'Veniviaconme'.La Rai dispone di spazi adatti per dare voce alle posizioni del movimento pro-vita, che del resto già ne usufruisce ampiamente. L'idea che ogni opinione, ogni racconto,ogni punto di vista, ogni storia umana debba essere sottoposta a un obbligo di replica ci pare lesiva della libertà autorale, della libertà di scelta del Pubblico, e soprattutto della libertà di espressione". e ancora ...
Mina Welby lesse l'elenco delle cose dette dal marito "nel giorno più bello della sua vita", quello della morte. Welby, ha ricordato Saviano, non ebbe le esequie in chiesa, "a differenza di boss e criminali come Enrico de Pedis, Francisco Franco, Augusto Pinochet". E lei ricordò le parole più dolorose e belle. "Lui mi chiese 'sono stato bene con te, e tu?'. Io risposi: sono stata felice"....
Beppino Englaro, il papà di Eluana, e Mina Welby, vedova di Piergiorgio sono stati al centro di un caso mediatico e legale contro l'accanimento terapeutico. Englaro aveva letto in trasmissione l'elenco delle "cose di Eluana che i suoi genitori hanno sempre saputo di lei". Dal suo "desiderio di libertà rispetto a quello che lei avvertiva come violenza" al fatto che "mai avrebbe voluto vivere priva di coscienza e mai avrebbe tollerato la continua profanazione del suo corpo": "Noi genitori le abbiamo dato solo voce, se avesse potuto esprimersi lo avrebbe fatto lei"."Sbaglia chi contrappone una storia a un'altra, una esperienza a un'altra. O equipara una esperienza a una tesi politica e costruisce uno scontro ideologico fra dolori": afferma il direttore di Raitre Paolo Ruffini.
(fonte repubblica-rai)
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