Più che la spada poté la malalingua. Tanti e veleniferi sono i luoghi comuni i quali, son ben altra cosa dei proverbi . Mentre i proverbi sono stati desunti dall'esperienza comune e sono frutto della saggezza popolare la malalingua viene usata scientemente per arrecare danno a qualcosa o a qualcuno, utilizzando i luoghi comuni , nella loro accezione più negatiga e dispregiativa possibile. Tanti, e così caustica è la loro essenza, da riuscire ad affossare un paese con tutti i suoi abitanti.
Accompagnandosi spesso a progetti nefasti più o meno occulti, essi vengono utilizzati per demolire, screditare, diffamare istituzioni e persone, allo scopo di sottrarre i diffamatori alle proprie responsabilità. E’ ormai ben conosciuto quel fenomeno di semplificazione fuorviante che in tempi di difficoltà economica o politica, scatta veloce come solo la lingua, attraverso i luoghi comuni sa fare. In quei momenti qualcuno, guardandosi attorno, individua un possibile capro espiatorio, un presunto colpevole da indicare come causa del male collettivo, una vittima o una categoria di persone da immolare all’altare dell' incapacità ad affrontare e risolvere i problemi e contro ciò che si ritiene un ostacolo ai propri disegni. Nei tempi più bui a farne le spese sono state gli Ebrei, oppositori politici, zinzari, omosessuali, i neri, gli immigrati: in ogni tempo e in diversi luoghi, una di queste categorie viene individuata per scaricarle addosso delle colpe, il proprio malessere, magari generato dalla propria incapacità di alleviare o risolvere delle situazioni di crisi .
Pur con modalità diverse la storia, con i suoi corsi, e ricorsi si ripete da sempre, e al tempo opportuno, al momento propizio, vengono aperte le paratie ed i luoghi comuni dilagano nelle strade delle città. Scivolano le voci tra i vicoli, sui giornali amici dei potenti di turno per emergere in piccoli episodi ritenuti senza significato, dove anche l’immigrato, pienamente integrato, che lavora, che paga le tasse, rimane uno dei tanti, perché in fondo sono tutti uguali, “tuch i stess”. Accettando silenziosamente queste battute si aprono voragini culturali, politiche, e sociali che imbarbariscono ogni comunità in cui sono presenti. Gli slogan di oggi - Negher, beduini, meridionali, marocchini, zingher, tuc i stess- tuc un magna magna- a Roma, tuc lader- e ancora, …la gallina fa le uova d’ora che vanno a Roma e non tornano più - lo stato difende i delinquenti- e così ritornano in auge attribuzioni gratuite, per cui i giudici diventano Comunisti nella Magistratura, i Rossi, cioè i sovietici che espropriano la tua ricchezza mandandoti nei campi di lavoro in Siberia. Anche nei più recentissimi fatti del Sexygate poi, i luoghi comuni non cessano di serpeggiare- Almeno B. va con le donne e non con i gay - (dopo le mille battaglie e le maifestazioni per la libertà individuale e sessuale degli individui)-e mentre i magistrati eseguono i dovuti accertamenti obbligatori, altri gridano all’eversione dello stato di pochi matti che debbono, purtroppo o per fortuna, obbligatoriamente applicare la legge. Truppe cammellate di lingue ben pagate, di dipendenti al servizio del divulgatore, spargono luoghi comuni espressi a volte in neolingua attuando coscientemente il Bispensiero ad oltranza. Essi vengono diffusi sulla propria stampa, sulle proprie radio, sulle proprie televisioni e quelle amiche, vanificando quella funzione informativa, educativa e diffusiva di cultura che le è propria. Ha fatto grande il Milian farà grande l’Italia.- è ricco quindi non si arricchirà ulteriormente - lasciamolo governare , poi vedremo, se non va bene le cambieremo - è solo un utilizzatore finale di Escort- a lui piace la carne fresca – e poi bisogna contestualizzare questo suo utilizzo. Le imprecazioni e le richieste di dimissioni per Piero Marrazzo, governatore del Regione Lazio colto in rapporti intimi con un Trans, si sprecarono. Per dovere di conaca Marrazzo ad oggi, non risulta aver commesso nessun reato, e dove è stato accertato il suo stato di vittima ricattata. Su questo episodio i giornali hanno utilizzato fiumi di inchiostro, e siccome egli era stato eletto nel centro sinistra la lingua così frustava ”Ecco cosa fanno i comunisti”.
La malalingua, il luogo comune, inserito nel Bispensiero, condanna chi non commette reati e giustifica magnificando le presunte Virtù di altri. Che Dio strafulmini la malalingua e benedica ogni accertamento giudiziario che verte a fare luce sopra eventuali reati commessi da chicchessia. Nel frattempo però il paese sta affondando e tutti possono rendersi conto che i giganti non abitano più la nostra terra, non più uomini capaci anche solo di avvicinarsi alla costituzione. Non più giganti ma ruffiani, sciacalli, iene, solo qualche ruggito in lontananza rompe l'irreale atmosfera. L’Italia è afflitta e molti di noi, drogati da modelli degenerativi, strizzando l’occhio a chi non paga le tasse, molti di noi sono diventati refrattari alla cultura, all’onestà, sono indifferenti a ciò che accade, entrando in una sorta di letargia, opponendo ai fatti risposte che sono una sequenza di luoghi comuni. In questo mondo, non si è più fratelli d’ Italia, solo fratellastri. Senza la correttezza e il rispetto delle Istituzioni, senza amor patrio, occasioni, futuro, nella paralisi di molti settori, , semplicemente anneghiamo nei luoghi comuni, che l’ indifferenza di questo tempo ha lasciato dilagare senza comprenderne la tossicità. Siamo un popolo al capezzale di un Paese malato.
Accompagnandosi spesso a progetti nefasti più o meno occulti, essi vengono utilizzati per demolire, screditare, diffamare istituzioni e persone, allo scopo di sottrarre i diffamatori alle proprie responsabilità. E’ ormai ben conosciuto quel fenomeno di semplificazione fuorviante che in tempi di difficoltà economica o politica, scatta veloce come solo la lingua, attraverso i luoghi comuni sa fare. In quei momenti qualcuno, guardandosi attorno, individua un possibile capro espiatorio, un presunto colpevole da indicare come causa del male collettivo, una vittima o una categoria di persone da immolare all’altare dell' incapacità ad affrontare e risolvere i problemi e contro ciò che si ritiene un ostacolo ai propri disegni. Nei tempi più bui a farne le spese sono state gli Ebrei, oppositori politici, zinzari, omosessuali, i neri, gli immigrati: in ogni tempo e in diversi luoghi, una di queste categorie viene individuata per scaricarle addosso delle colpe, il proprio malessere, magari generato dalla propria incapacità di alleviare o risolvere delle situazioni di crisi .
Pur con modalità diverse la storia, con i suoi corsi, e ricorsi si ripete da sempre, e al tempo opportuno, al momento propizio, vengono aperte le paratie ed i luoghi comuni dilagano nelle strade delle città. Scivolano le voci tra i vicoli, sui giornali amici dei potenti di turno per emergere in piccoli episodi ritenuti senza significato, dove anche l’immigrato, pienamente integrato, che lavora, che paga le tasse, rimane uno dei tanti, perché in fondo sono tutti uguali, “tuch i stess”. Accettando silenziosamente queste battute si aprono voragini culturali, politiche, e sociali che imbarbariscono ogni comunità in cui sono presenti. Gli slogan di oggi - Negher, beduini, meridionali, marocchini, zingher, tuc i stess- tuc un magna magna- a Roma, tuc lader- e ancora, …la gallina fa le uova d’ora che vanno a Roma e non tornano più - lo stato difende i delinquenti- e così ritornano in auge attribuzioni gratuite, per cui i giudici diventano Comunisti nella Magistratura, i Rossi, cioè i sovietici che espropriano la tua ricchezza mandandoti nei campi di lavoro in Siberia. Anche nei più recentissimi fatti del Sexygate poi, i luoghi comuni non cessano di serpeggiare- Almeno B. va con le donne e non con i gay - (dopo le mille battaglie e le maifestazioni per la libertà individuale e sessuale degli individui)-e mentre i magistrati eseguono i dovuti accertamenti obbligatori, altri gridano all’eversione dello stato di pochi matti che debbono, purtroppo o per fortuna, obbligatoriamente applicare la legge. Truppe cammellate di lingue ben pagate, di dipendenti al servizio del divulgatore, spargono luoghi comuni espressi a volte in neolingua attuando coscientemente il Bispensiero ad oltranza. Essi vengono diffusi sulla propria stampa, sulle proprie radio, sulle proprie televisioni e quelle amiche, vanificando quella funzione informativa, educativa e diffusiva di cultura che le è propria. Ha fatto grande il Milian farà grande l’Italia.- è ricco quindi non si arricchirà ulteriormente - lasciamolo governare , poi vedremo, se non va bene le cambieremo - è solo un utilizzatore finale di Escort- a lui piace la carne fresca – e poi bisogna contestualizzare questo suo utilizzo. Le imprecazioni e le richieste di dimissioni per Piero Marrazzo, governatore del Regione Lazio colto in rapporti intimi con un Trans, si sprecarono. Per dovere di conaca Marrazzo ad oggi, non risulta aver commesso nessun reato, e dove è stato accertato il suo stato di vittima ricattata. Su questo episodio i giornali hanno utilizzato fiumi di inchiostro, e siccome egli era stato eletto nel centro sinistra la lingua così frustava ”Ecco cosa fanno i comunisti”.
La malalingua, il luogo comune, inserito nel Bispensiero, condanna chi non commette reati e giustifica magnificando le presunte Virtù di altri. Che Dio strafulmini la malalingua e benedica ogni accertamento giudiziario che verte a fare luce sopra eventuali reati commessi da chicchessia. Nel frattempo però il paese sta affondando e tutti possono rendersi conto che i giganti non abitano più la nostra terra, non più uomini capaci anche solo di avvicinarsi alla costituzione. Non più giganti ma ruffiani, sciacalli, iene, solo qualche ruggito in lontananza rompe l'irreale atmosfera. L’Italia è afflitta e molti di noi, drogati da modelli degenerativi, strizzando l’occhio a chi non paga le tasse, molti di noi sono diventati refrattari alla cultura, all’onestà, sono indifferenti a ciò che accade, entrando in una sorta di letargia, opponendo ai fatti risposte che sono una sequenza di luoghi comuni. In questo mondo, non si è più fratelli d’ Italia, solo fratellastri. Senza la correttezza e il rispetto delle Istituzioni, senza amor patrio, occasioni, futuro, nella paralisi di molti settori, , semplicemente anneghiamo nei luoghi comuni, che l’ indifferenza di questo tempo ha lasciato dilagare senza comprenderne la tossicità. Siamo un popolo al capezzale di un Paese malato.
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