sabato 12 marzo 2011

Ad ognuno la sua Luna

Anche una novella può rappresentare qualcosa che ci tocca, che riguarda molti di noi, la propria interiorità, come la ricerca della Luna che, se trovata, potrebbe illuminare il nostro buio interiore, ed io intendo sia quello individuale che collettivo. Ciàula scopre la luna è una novella del 1907 di Luigi Pirandello, contenuta nella raccolta Novelle per un annoLa novella “Ciaula scopre la luna” fa parte della raccolta Dal naso al cielo, uscita nel 1925.  L'ambiente,  è quello della zolfatara siciliana
in cui, anche dopo la rivolta popolare dei Fasci Siciliani permangono pesanti condizioni di sfruttamento dei lavoratori.  All’interno di esse c’è una gerarchia composta da persone di basso ceto e Caciagallina non è un galantuomo perché al di fuori della miniera non conta nulla. Pirandello, a differenza di Verga, si concentra piuttosto sull'analisi interiore degli individui, sui loro drammi intimi e incomunicabili, sulla loro crisi di identità e di coscienza, sul disagio umano di vivere che caratterizza l'uomo.
Ciaula, il personaggio centrale, un povero minatore che lavora tutto il giorno sotto terra è ritenuto dagli altri incapace di capire e provare sentimenti umani. La vicenda è ambientata in Sicilia e una sera Cacciagallina (il quale era uno scopatore di galline nonché padrone della miniera vuole che i minatori restino a lavorare, ma tutti scappano. Gli unici che restano sono Zi Scarda e il suo caruso Ciàula che, molto stanco, non si ribella mai ed ubbidisce.

 Egli è un diverso, un povero scemo senza età, preso in giro da tutti e sfruttato come una bestia dai superiori, che si trova perfettamente a suo agio nella cava, non conoscendo altri ambienti al di fuori, abituato quindi a muoversi nel buio come un animale notturno, estraneo al mondo, di cui forse non sospetta neppure l'esistenza, ed anche a se stesso. Ma una sera viene anche per Ciaula un momento decisivo e rivelatore, intenso quanto inaspettato: costretto a lavorare fino a tardi nella cava per trasportare del materiale all'esterno, Ciaula, uscendo timoroso dalla buca sotto un peso esagerato, si trova per la prima volta, lui abituato a vivere nell'oscurità delle viscere della terra, solo nella notte rischiarata dalla luna, che non aveva mai visto prima. In questo momento Ciaula, vissuto fino allora all'insegna della brutalità, sia a livello individuale (egli non parla, emette solo il verso della cornacchia, da cui deriva il suo soprannome) che sociale (gli altri lo deridono perché inferiore e demente), sembra finalmente scoprire la propria umanità, scoppiando in un pianto di commozione, di gioia, di liberazione: un sentimento momentaneo ma finalmente umano, come se solo in quell'istante egli avesse aperto gli occhi e fosse veramente nato.  Una notte, all’uscita dalla galleria vide la luna, o meglio la scopre perché non l’ha mai vista prima: la sua emozione è così grande e intensa che scoppia a piangere.

 Pirandello ci offre la descrizione dei minatori come se fossero lo “specchio” dei luoghi in cui vivono e la loro descrizione viene collegata a quella del territorio che ci riconduce alle cave con l’espressione come da tanti enormi formicai (la formica è il simbolo dell’operosità ma in quei luoghi è insignificante, come i lavoratori che lavorano nelle cave.) Egli viene descritto con tutti gli stereotipi del diverso, mettendo in evidenza il comportamento nei suoi confronti facendoci percepire la paura che fa la sua diversità. Essa diventa evidente nel momento in cui Pirandello descrive il suo rapporto con la miniera e il buio. Qui le descrizioni antecedenti diventano solo apparenza e si riesce a vedere la vera natura di Ciàula che è quella di persona consapevole. Toccava con la mano in cerca di sostegno le viscere della montagna: e ci stava cieco e sicuro come dentro il suo alvo materno; per lui, la miniera è il suo punto di riferimento perché, nella sua diversità, qui si sente a casa. Per Ciàula, il buio della miniera è piacevole e le ombre che crea lo rassicurano.
 “E Ciàula si mise a piangere, senza saperlo, senza volerlo, dal gran conforto, dalla grande dolcezza che sentiva, nell'averla scoperta, là, mentr'ella saliva pel cielo, la Luna, col suo ampio velo di luce, ignara dei monti, dei piani, delle valli che rischiarava, ignara di lui, che pure per lei non aveva più paura, né si sentiva più stanco, nella notte ora piena del suo stupore. » Alla fine della novella avviene il cambiamento di Ciàula: il Ciàula “diverso” si trasforma in un Ciàula “commosso” dalla visione della Luna portatrice di serenità. Ciaula rappresenta tutti gli uomini che, oppressi dall’oscurità dell’angoscia, aspirano al chiarore delle certezze e che nella bellezza del mondo cercano il  riscatto della loro miseria.  L.Pirandello

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