E’ vero, non c’e ombra di dubbio, noi Italiani siamo bravi ed indomiti nel continuare ad analizzarci descrivendo le situazioni che ci riguardano con ogni dovizia di particolari, cioè sappiamo riconoscere i nostri mali, da dove provengono, quale è la causa scatenante ma pur individuando le cause, per qualche strano motivo, ci pare di andare alla guerra ogni qualvolta pensiamo di risolverli, per cui niente di più facile che tutto rimanga come sempre. Passiamo molto tempo ad osservare e ad osservarci allo specchio cercando in noi ed in altri ogni possibile difetto.
“ Se avessi gli occhi più colorati, se avessi una bocca più carnosa, il naso meno storto, sarei più piacevole. Sì, proprio il naso mi irrita ma per quanto ce l’abbia storto, il mio dirimpettaio ce l’ha più storto di me”. Questo è quello che credo che ci accade in questo tempo. Conosciamo bene i nostri mali, i mali Italiani, la suddittanza intellettuale diffusa, la nostra indifferenza, l’ignavia che ci attanaglia. Forse molti di noi hanno nelle vene il gene da sudditi, forse necessitiamo di un Re che ci dica cosa è bene e cosa non lo è per noi, cosa è democratico e cosa non lo è, per chi vale la costituzione e per chi non vale. Applichiamo costantemente delle eccezioni all’eccezione; l’eccezione alla legge, ai luoghi e alle persone, perfino ai delitti applichiamo questa regola. In una zona hanno costruito case abusive? “ Sii, va bene, ma lo hanno fatto perché non hanno la casa”, e parliamo di ville o seconde case magari costruite in un Parco Nazionale o su qualche spiaggia demaniale dei nostri litorali.
A tutto questo non fa eccezione la politica e i suoi protagonisti, e chi vorrebbe riportare le cose nel loro giusto alvo, cioè ripristinare quel principio che vuole che la legge sia uguale per tutti, viene tritato dai potenti mezzi mediatici, tacciando di anacronismo o di puritanesimo chi ritiene poco opportuno che il capo del governo si circondi di una marea di ragazze per così dire disinvolte, che abbia un grande conflitto di interessi o si faccia fare continuamente leggi su misura che potrebbero andare a discapito di molti. Anche la Chiesa, in un paese come il nostro riesce a fare delle eccezioni . Pure ad un peccato perpetrato all’infinito, adducendo la contestualizzazione dello stesso, non mancherebbe la sua eccezione alla regola . “Meglio un siffatto peccatore in casa che un comunista alla porta” dicono molti fedeli che portano la politica in luoghi pochi consoni. Quindi abbiamo i comunisti in ogni dove, nella Magistratura, nella corte Costituzionale, il Presidente della Repubblica, nel Parlamento e in ogni angolo remoto del paese.
Ogni osservatore estero e tutti gli Italiani lo sanno che è un grade fesseria, ma lanciare queste accuse può avere un tornaconto e quindi perché non attribuire crimini inenarrabili (Staliniani o di Brigatisti) a chi si oppone a certe visioni personali dello stato? Se mettessimo in moto la nostra fantasia e supponessimo che oggi avessimo a che fare con una caso “Barabba”, un ipotetico indagato nel frattempo diventato persona facoltosa e ad un giudice venisse in mente di fare accertamenti su i suoi dubbi ricavi e possibili corruzioni, i media sarebbero in grado di annientare la credibilità del magistrato in questione ponendo dubbi sulla sua imparzialità, dopodiché Barabba potrebbe invocare il fumo persecutionis, (sono millenni che ce l’hanno con lui) i suoi avvocati chiederebbero di spostare il processo a Gerusalemme quale sede più consona, i suoi amici (i 40 ladroni) lo sosterrebbero come perseguitato, e al grido “ Ba-ra-bba Libero”, lo santificherebbero, mentre il Pilato della situazione, cioè gli astenuti, gli indifferenti, proprio come allora se ne laverebbero le mani.
Qualche monsignore poi lo definirebbe una pecorella smarrita e la maggior parte della gente lo scuserebbe bisbigliando "chi non ha mai commesso qualche irregolarità?" e ricordando di lui episodi di magnanimità lo scuserebbero dicendo che in fondo egli non è cattivo, "quello è carattere". Risultato- assolto con formula piena e richiesta di risarcimento di danni allo stato, al giudice che verrebbe condannato e conseguente riabilitazione alla pubblica opinione. Nell’ipotesi qui azzardata, nella posizione in cui si trova attualmente l'Italia, sarebbe un episodio verosimile che dimostrerebbe che ciò che è cambiato, sono unicamente le tecniche di esecuzione che nel tempo si sono modernizzate, ma le dinamiche rimarrebbero le medesime degli estimatori del personaggio dell’epoca.
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