Vi sono delle grosse verità nelle parole di Sciascia sotto riportate. Come siamo bravi noi Italiani a descrivere i nostri mali e i nostri difetti, non lo è nessuno al mondo: in questa disciplina siamo primatisti mondiali. Possiamo stare secoli davanti allo specchio ad osservare il nostro naso; se lo abbiamo, diritto, storto, lungo o corto, ma finché ci stiamo a guardare e diamo la colpa allo specchio...
E non siamo neppure secondi a nessuno nel lamentarci di altri mali, di ciò che non va. Forse fa parte della nostra indole, forse dobbiamo ancora maturare quella che viene chiamata " coscienza collettiva", il senso del bene comune, della sacralità della funzione pubblica. Lo dimostrano ampiamente tutti gli scandali, le corruzioni, i buchi neri della storia sulle stragi, quella sottile ammirazione che suscita in noi un ladro che è riuscito a fuggire con scaltrezza dopo aver rubato ingentissime somme di denaro, o il diamante più grande del mondo.
Ora più che mai però, stiamo pagando questa clemenza, l'indifferenza verso ciò che accade. Il vezzo nazionale di ammirare i furbi, ha reso vittime noi stessi e ha portato il paese alla catastrofe, tanto che l'intero mondo ride di noi. Ride ma non si fida, si diverte ma non fa affari con noi, gli siamo simpatici, ma non ci stimano, e ciò ci rende immobili in ogni senso e ci isola sia all'interno che dall'esterno. La coscienza di cosa ci è accaduto e la volontà di combattere tutte le furbizie, ci darà nuove opportunità salvandoci in parte da noi stessi, permettendoci di terminare quel processo di giustizia, uguaglianza, di crescita, di unità e interesse nazionale, oggi così compromessi.
E non siamo neppure secondi a nessuno nel lamentarci di altri mali, di ciò che non va. Forse fa parte della nostra indole, forse dobbiamo ancora maturare quella che viene chiamata " coscienza collettiva", il senso del bene comune, della sacralità della funzione pubblica. Lo dimostrano ampiamente tutti gli scandali, le corruzioni, i buchi neri della storia sulle stragi, quella sottile ammirazione che suscita in noi un ladro che è riuscito a fuggire con scaltrezza dopo aver rubato ingentissime somme di denaro, o il diamante più grande del mondo.
Ora più che mai però, stiamo pagando questa clemenza, l'indifferenza verso ciò che accade. Il vezzo nazionale di ammirare i furbi, ha reso vittime noi stessi e ha portato il paese alla catastrofe, tanto che l'intero mondo ride di noi. Ride ma non si fida, si diverte ma non fa affari con noi, gli siamo simpatici, ma non ci stimano, e ciò ci rende immobili in ogni senso e ci isola sia all'interno che dall'esterno. La coscienza di cosa ci è accaduto e la volontà di combattere tutte le furbizie, ci darà nuove opportunità salvandoci in parte da noi stessi, permettendoci di terminare quel processo di giustizia, uguaglianza, di crescita, di unità e interesse nazionale, oggi così compromessi.
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