Dapprima, nell’ universo non v'era nessun mondo possibile e tutta la materia era contenuta in una grande nube, ma un giorno Dio Equilibrio distribuì i regni alle galassie le quali vissero nell'universo l’una in coesione con le altre. Una di queste era chiamata Galassia dei Cinque Regni ed ogni regno era retto da un Re. In questa galassia vigeva l’armonia, dai suoi abitanti chiamata Democrazia, nata dalla
Carta delle Leggi basata sul principio dell’Indipendenza dei Cinque, che si rispettavano e facevano rispettare le leggi in essa promulgate. V’era quindi il Re Giustizia per il quale ognuno era uguale a chiunque altro, il Re Governo che ogni tanto veniva eletto e aveva tante idee per i cittadini, il Re Comunicazione che dava le notizie che accadevano nel regno, il Re Legislatore che faceva le leggi e il Re Elezione che di tanto in tanto organizzava l’elezione del Re governo. Tutto sembrava filare liscio, sembrava un sistema perfetto, armonico, ma accadde che il Re Elezione cadde in confusione e fece eleggere con il Re Governo persone non elette dai cittadini e altre che non avevano rispettato la legge ed inoltre, quando venne chiamato dal Re Giustizia, si rifiutò di presentarsi al cospetto di questi. Successivamente, si dimostrò avido di potere e per avere più importanza fece prigioniero Re Legislatore divenendo così irrispettoso della legge. In seguito, con le sue lusinghe comperò il controllo di Re Comunicazione e dopo avergli legato le braccia con dei fili, gli faceva dire ciò che voleva venisse detto nel Regno.
Avvenne che se il tempo pioveva, il Re comunicazione diceva che c’era il sole, quando venne il tempo delle vacche magre disse che la ricchezza regnava nel paese e così per molte cose. Re Governo era diventato quindi Re di Tre Regni; quello del Governo, del Legislatore e della Comunicazione, e fu il Caos. Alcuni cittadini, vista la situazione, si riunirono in comitato e insieme a Re Giustizia andarono a parlare con Re Governo, ma questi rispose loro in Neolingua, una lingua incomprensibile che diceva una cosa e ne intendeva un' altra, ed essi non capirono. Disse loro che il cattivo non era proprio cattivo, era semplicemente il suo carattere, i grassi erano semplicemente dei diversamente magri, quindi tutto rientrava nella norma e sentenziò: “Adesso mi sembra questa la realtà, e il mondo reale la fantasia. Se c'è un difetto, è umano; è sempre così”, ma essi non capirono nuovamente. Poi aggiunse che non dovevano sentirsi inquieti e che non avrebbero più dovuto preoccuparsi di nulla perché da quel momento in poi, egli avrebbe risolto ogni cosa che porta impiccio e per sollevarli da ogni fastidiosa perdita di tempo, avrebbe fatto lui anche le leggi, quelle leggi che avrebbero messo le cose al loro posto; ma essi continuarono a non capire.
Il Re comunicazione, presente all'incontro e interrogato sul fatto, muovendo le braccia in maniera buffa come solo una marionetta sa fare, confermò la bontà della decisione e subito ricevette un pezzo di torta che divorò avidamente. Tutti i presenti rimasero confusi e assieme al Re Giustizia, per tentare di placare l’inquietudine che li aveva colpiti, andarono a verificare cosa c’era scritto a riguardo nella Carta delle Leggi, ed allora capirono. Capirono che la Democrazia andava difesa oltre ogni sforzo e se un Re, uno qualsiasi, l’avesse modificata appropriandosi di altri Regni, facendo e disfacendo leggi che non interessano il bene comune, essa avrebbe sofferto fino a morirne, e con essa le speranze dei giovani.
Un giorno, tutte le città, si riempirono di fotografie del Re Governo che dominavano la vista. Egli, con vistosi baffi, appariva assieme alla famiglia, anche se molti ricordavano che non aveva più moglie e la cosa ancor più strana, fu che successivamente a questa iniziativa, molti cittadini si fecero crescere lo stesso tipo di baffi con cui appariva nelle gigantografie. In televisione poi, accadde un’altra inspiegabile stranezza: le immagini cominciarono ad essere trasmesse come flash, come lampi e negli schermi fece comparsa Il Re comunicazione, che tre volte al giorno appariva prostrandosi in adorazione. Inoltre venivano trasmesse continuamente le gesta del Re Governo ed i racconti che lo riguardavano, si moltiplicarono a dismisura. Egli era ovunque, chiunque, padrone e operaio, ferroviere e passeggero, terremotato e soccorritore, e per finire Imputato e poi Giudice, Governatore e legislatore.
Alcuni per assomigliargli maggiormente, si fecero addirittura accorciare le gambe per avere la sua stessa altezza. Altri, partecipando a dei corsi fatti allo scopo, impararono a pronunciare la errrre proprio come lui la pronunciava, altri ancora cominciarono a camminare come lui, a portare il suo stesso cappello, ripetevano perfino le stesse gaffe, gli stessi gesti, le stesse espressioni. Quando aprivano bocca parlavano con gli stessi slogan che egli frequentemente usava citare in pubblico: “ Io sono voi -se sono ricco lo siete anche voi - per poter abbracciare la luce, ci sono delle volte in cui occorre rischiare l'oscurità” e anche se il senso era poco chiaro o a cosa e a chi si riferisse, da alcuni venivano ripetuti come dei tantra.
Anzi, Egli prese a parlare unicamente con gli slogan e molti cittadini per meglio mostrare la loro approvazione, comunicavano solo con essi, perché il dialogo e le scuole per imparare a parlare, nel nuovo corso erano diventate superflue, così almeno diceva lui. Molti erano diventati come lui , tanti lui, anzi erano proprio lui, altri invece si chiedevano quando tutto questo sarebbe finito e con esso il loro senso di angoscia.
Ma si sa, sono sempre le minoranze che fanno la storia e i due Re ancora non soggiogati , assieme ad altri cittadini rimasti loro stessi, si riunirono per discutere della situazione e uno di loro, mentre l’inquietudine generale andava crescendo, senza preamboli disse -“ Il futuro siamo noi e sarà composto da ciò che noi tutti doniamo ad esso nel presente. E’ da oggi che scriveremo la storia che verrà, perché il futuro è adesso. Il futuro dipenderà dal nostro contributo in pensieri, in progetti, in lealtà verso le leggi, attenzione verso i giovani, in giustizia che abbia effetto verso chiunque.
Anche il futuro del pianeta dipende dalle scelte di oggi, da noi, dal rispetto delle leggi dell’equilibrio universale, verso ogni creatura della terra, i mari, le foreste, i fiumi, l’aria stessa che respiriamo. Qualcuno ha detto che la storia siamo noi, siamo noi che la scriviamo, sono i nostri atti e riguarda tutti. Solo la nostra indifferenza al suo divenire, ciò che non facciamo quotidianamente e che avremmo dovuto fare può confonderla, inquinarla, avvelenarla. La Democrazia dipende dalla nostra consapevolezza, dai nostri progetti, da atti che possono tenerla viva nella memoria presente; se si sfibrano questi legami, essa dipenderà dal caso, dai tiranni, dai furbi ed il primo segnale di sofferenza che mostrerà, sarà la mancanza di finalità al bene comune.
L’Armonia, la democrazia, non viene regalata: una volta raggiunta è fuggevole, oggetto di rapina, di danno. Ogni legge che non ha come obiettivo il bene comune è tirannide, così come farle e disfarle all'occasione Ogni Re che con forza o furbizia prevarrà su altri regni, sarà tiranno ed avere come Re un tiranno non è cosa buona né giusta, sia per gli altri Re, che per gli abitanti dei Cinque Regni. I regni rimasti e i cittadini che possiedono il libero arbitrio dovranno resistere. Oggi resisteremo, domani resisteremo, dopodomani pure e faremo la storia che verrà. Il nostro tempo è questo, adesso”. e così concludendo cominciarono a scrivere la Storia del presente.
Di Daniele Ostuni
Questo racconto è frutto di fantasia e non ha riferimenti a fatti e personaggi attuali.
Di Daniele Ostuni
Questo racconto è frutto di fantasia e non ha riferimenti a fatti e personaggi attuali.
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