Scordatevi il posto fisso ci veniva detto anni fa, e così è stato per molti, ma non per chi lo diceva, non per i parlamentari, loro sono sempre là.
Stipendio medio di quindicimila euro, pensione assicurata, molti portaborse pagati in nero,(in una puntata di report di tempo fa, tra i parlamentari molti pagavano in nero portaborse) contratto a progetto o altro. Accanto a loro, (alle auto blu che sfrecciano nelle città) passano gli studenti, i lavoratori precari, quelli con contratti a tre/sei/un anno senza possibilità di ammalarsi, quelli dei call center, i laureati assunti a progetto per fare le fotocopie e utilizzati in altre mansioni, gente dal futuro incerto che diventa certezza di rimanere tale. Tra la variegata mirade di studenti vi sono quelli che sputano sangue per raggiungere un diploma e una laurea a cui aggiungere master e poi, quando c'è l'occasione , lavorano nei call center. Tutti ad aspettare di vedere riconosciuto il loro impegnoe quando vengono a conoscenza di alcune realtà sbottano, le braccia crollalo, lo sguardo diventa vitreo per poi riprendersi lentamente mentre nella testa girano le raccomandazioni dei genitori-"Un pezzo di carta avrà sempre valore"- e la domanda che si pongono è "non avrò sbagliato tutto? "Una foto ha spopolato su internet, una foto con due volti uno affiancato all'altro per rendere evidente lo sgomento di ciò che vivono quei ragazzi. Facebook girava a mille e di ora in ora è passata nella rete da un pc all'altro, tra un twitter ed un'altro per esternare il disappunto e la consapevolezza di non essere figli di parlamentari (che in ogni dove lanciano proclami di meritocrazia), ma figli di precari a loro volta. Nella foto una ragazza del call center , laureata 110 e lode e "il trota", Renzo figlio di Umberto Bossi e neo eletto in Lombardia. Il messaggio, la foto, è opera di Michele Pellerzi, 17 anni. E' uno Studente del liceo linguistico Marconi, sua madre insegna scienze alle superiori da 20 anni ed è ancora precaria, ma forse con i nuovi tagli, non lo sarà ancora per molto, aggiungo io.
Stipendio medio di quindicimila euro, pensione assicurata, molti portaborse pagati in nero,(in una puntata di report di tempo fa, tra i parlamentari molti pagavano in nero portaborse) contratto a progetto o altro. Accanto a loro, (alle auto blu che sfrecciano nelle città) passano gli studenti, i lavoratori precari, quelli con contratti a tre/sei/un anno senza possibilità di ammalarsi, quelli dei call center, i laureati assunti a progetto per fare le fotocopie e utilizzati in altre mansioni, gente dal futuro incerto che diventa certezza di rimanere tale. Tra la variegata mirade di studenti vi sono quelli che sputano sangue per raggiungere un diploma e una laurea a cui aggiungere master e poi, quando c'è l'occasione , lavorano nei call center. Tutti ad aspettare di vedere riconosciuto il loro impegnoe quando vengono a conoscenza di alcune realtà sbottano, le braccia crollalo, lo sguardo diventa vitreo per poi riprendersi lentamente mentre nella testa girano le raccomandazioni dei genitori-"Un pezzo di carta avrà sempre valore"- e la domanda che si pongono è "non avrò sbagliato tutto? "Una foto ha spopolato su internet, una foto con due volti uno affiancato all'altro per rendere evidente lo sgomento di ciò che vivono quei ragazzi. Facebook girava a mille e di ora in ora è passata nella rete da un pc all'altro, tra un twitter ed un'altro per esternare il disappunto e la consapevolezza di non essere figli di parlamentari (che in ogni dove lanciano proclami di meritocrazia), ma figli di precari a loro volta. Nella foto una ragazza del call center , laureata 110 e lode e "il trota", Renzo figlio di Umberto Bossi e neo eletto in Lombardia. Il messaggio, la foto, è opera di Michele Pellerzi, 17 anni. E' uno Studente del liceo linguistico Marconi, sua madre insegna scienze alle superiori da 20 anni ed è ancora precaria, ma forse con i nuovi tagli, non lo sarà ancora per molto, aggiungo io.
Nessun commento:
Posta un commento