martedì 5 aprile 2011

Trastuzumab- il farmaco non sperimentale per il Tumore al seno alla Regina Elena

Buone notizie dall'Istituto Nazionale Tumori Regina Elena  di RomaAd alcuni può sembrare una notizia come altre nel campo della scienza ma non lo è affatto. Stralcio di un articolo al quale rimando con il link (Qui). Significativo passo avanti nella lotta contro il cancro, si volta pagina nella terapia dei tumori al seno. 



La novità per la cura dei carcinomi alla mammella arriva dai laboratori dell’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma. Da uno studio approfondito pubblicato su “Clinical Cancer Research”, e finanziato dall’Airc, si apprende che il recettore HER2 – associato a un tipo di carcinoma molto aggressivo, di cui ne governa la crescita - può subire alterazioni dal tumore primitivo alla metastasi, modificandosi sia da negativo a positivo sia viceversa. 
La rideterminazione dello status del recettore sulla metastasi diventa perciò esame necessario nella pratica clinica. 
In parole povere, si è dimostrato che il tumore alla mammella subisce modificazioni durante la progressione e individuare la presenza di tali cambiamenti può essere di ausilio all’oncologo per pianificare terapie più adatte e mirate.

Non è un farmaco sperimentale  si tratta di un farmaco biologico, testato già in fase metastatica da almeno 5-6 anni e che ha dato dei buoni risultati soprattutto nella fase audivante. 

“Non siamo di fronte a una terapia sperimentale – spiega ancora la dott.ssa Marcella Mottolese - visto che si tratta di un farmaco biologico, testato già in fase metastatica da almeno 5-6 anni e che ha dato dei buoni risultati soprattutto nella fase audivante. 
“Finora – aggiunge - si è rilevato potente solo in un sottogruppo di pazienti, ma i dati dello studio ci indirizzano verso terapie sempre più personalizzate. Si allarga lo spettro di applicazioni del trastuzumab, che potrà essere somministrato sia alle pazienti che devono sottoporsi all’intervento chirurgico, e nelle quali il recettore non è presente, sia nella fase più avanzata della malattia, come già avviene”. 

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