martedì 10 maggio 2011

Scherzi barzellette e facce lapidate

La scena che si presenta nel film è di un cow boy  colto sul fatto dallo sceriffo, mentre stava prendendo con la forza una ragazza. Fermato il bruto a sganassoni, alla domanda “che avevi intenzione di fare?” questi risponde: “volevo solo essere gentile con lei”. Tutto dipende dall’interpretazione dei fatti, dall’angolo di veduta.
Il Premier attacca la magistratura richiamando una guerra civile da parte dei magistrati Brigatisti nei suoi confronti mentre è egli stesso, in altra occasione, a minacciare una guerra civile in caso di governo tecnico. L’immagine è un’allegra brigata che tra minacce di guerra, una barzelletta e l’altra, la delegittimazione della magistratura e Capo dello Stato non riesce a spiegarsi come,  pur imbarcando acqua e non facendo nulla per arrestare la falla, essa non affondi.

Infatti il Presidende Giorgio  Napolitano, in alcuni quotidiani ( di propietà del Premier) viene dipinto come un Piagnone che congiura contro B. - “Napolitano piange”. Editoriale di Maurizio Belpietro: “Usano contro il Cav. persino i giudici uccisi dalle bierre”.   Di  programmazione per rilanciare l’economia, di ricerca, di occupazione giovanile, nulla, buio pesto.  A dirlo non è il signor Pinco Pallo ma sono i dati Istat e il Presidente dell’Associazione degli Industriali Emma Mercegallia, la quale rimasta inascoltata per molto tempo ora non sa più a che santo votarsi. Questo, solo per quanto riguarda  gli industriali mentre le piccole imprese, gli artigiani, che sono la stragrande maggioranza degli imprenditori non hanno voce. Da sempre questi ultimi non hanno avuto aiuti intelligenti e quindi non si aspettano nulla. Non avendo radio, televisioni dove poter farsi sentire, praticamente non esistono e muoiono semplicemente in silenzio e con loro il tessuto sociale.  Sul piano formale invece, tra rutti all’inno, pulizia del posteriore con la Bandiera Italiana, un vaffa in Parlamento al Presidente Fini, un Stronzo (sempre a Fini da parte di bossi), battute sulla bruttezza dell’Onorevole Bindi o sulle donne racchie della sinistra,  (tremenda l’ultima barzelletta sulla segretaria del Premier) il linguaggio istituzionale diventa naif. Ad un più alto livello linguistico però le cose non cambiano. 

A pensarci sono i giornali del Premier, giornali al suo servizio, potentissime televisioni che a ruota libera trasmettono tutte le dichiarazioni eclatanti che i componenti della sua compagine sparano. Di guerra civile poi, Bossi ne parla non da oggi ma dai suoi tempi migliori molto tempo prima B e chissà se, nel caso comparisse  qualche fucile se si scherzerà ancora su questo argomento. Dopo le legittime armi della critica si arriva alla minaccia con le armi. Le parole sono pietre soprattutto se dette da chi guida un paese o da chi fa parte della compagine di governo, così come lo sono le continue battute fuori luogo e fuori contesto contro le donne o le barzellette raccontate alle Istituzioni.  Avviene allora che ci si burla del Presidente della repubblica- ''Il comunista non ci sta'' titola a tutta pagina ''Il Giornale'' con una grande foto di Napolitano. L'occhiello e' altrettanto politico: ''Napolitano contro il governo'',  (pur essendo liberi di criticarlo) in questo modo si delegittimano le Istituzioni, si accusa di nefandezze un’intera Procura e la Magistratura che tanti giudici ha veduto cadere contro il terrorismo. Ma in questo tempo non ci meraviglieremmo se si scherzasse o fosse raccontata una barzelletta anche sui magistrati caduti per il terrorismo, in questo tempo siamo colpiti continuamente dalle parole, le  coscienze di molti sono ferite,  tumefatte,  lapidate dalle parole.

 "La Boccassini, che sia una metastasi mi sembra evidente perché non serve lo Stato, è contro lo Stato" dichiara a molti giornalisti Daniela Santanchè che non fa altro che ripetere quello che B. va dichiarando in ogni occasione sui Pm di Milano definiti “cancro da estirpare”, “eversori”, “coloro che costringono il premier all’umiliazione di presentarsi ogni lunedì in Tribunale”.

Per chiarezza occorre ricordare chi è il Giudece Boccassini. -Ilda Bocassini, come ricordiamo, si fece trasferire a Caltanissetta dopo la morte di Giovanni Falcone per indagare su questo avvenimento, incarico tenuto fino al '94. Fu uno dei giudici che maggiormente determinarono la cattura di Totò Riina, e dunque specialmente nel campo della mafia diede il suo contributo allo Stato, beneficio o metastasi che possa esser considerato.
Oggi è chiamata ad indagare sul presidente del Consiglio per reati inerenti alle accuse di concorso esterno in associazione mafiosa, prostituzione minorile, concussione, corruzione, strage, appropriazione indebita, traffico di droga, riciclaggio di denaro sporco, abuso d'ufficio, frode fiscale e falso in bilancio.

1 commento:

  1. Eppure, caro Daniele, pare che la gente si renda conto, finalmente, di tutte le sprezzanti "stupidaggini" che B. va dicendo. Nel mio piccolo, frequentando gente a causa di lavoro, i berluscones dichiarati sono diventati assai rari. Alcuni non li vedo proprio più! E pensare che erano così assidui!
    Che sia il momento della svolta?
    Spero che finalmente anche quella grossa percentuale di non votanti si rechi alle urne, d'ora in avanti. Quanto meno per evitare un futuro dileggio mondiale di queste proporzioni (che è il male minore).
    Ma come: anche stasera, Sacconi, quell'indescrivibile individuo, fa dichiarazioni che non stanno ne in cielo ne in terra, e neppure di fronte all'evidenza dei servizi, di cui chiunque può riscontrarne la veridicità, ritiene di poter mettere la parola fine al suo immondo ciarlare!

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