giovedì 16 giugno 2011

L'Era dei Nani delle Ballerine e dei Precari

Non v’è dubbio: questa è l’Era dei nani, delle ballerine e di precari che si arrampicano sulle funi. Dopo le altre Ere, quella Terziaria e la Quaternaria, questa è la nostra Era, dove a governare il Paese abbiamo eletto, anche involontariamente tramite la scelta obbligata delle preferenze, dei Nani ed insieme ad essi le ballerine. Mi spiego. Non intendo Nani fisicamente,
non mi permetto, non è mia abitudine neppure usare parolacce, intendo nani di statura politica, di prestigio, di autorevolezza. Tutti i Costituzionalisti che hanno partecipato attivamente alla stesura della Costituzione al confronto degli attuali politici sono infatti dei giganti. I fini che si proponevano erano diversi da quelli che si propongono gli attuali politici e ministri del governo ( le leggi hanno fini parecchio diversi). Diverse pure le modalità di espressione, ma soprattutto l’interesse per la nazione, come pure i privilegi.

Poco , ma proprio Poco li accomuna  a Piero Calamandrei, ad Aldo Moro, Nilde Iotti etc . Chiunque si avvicina alla Carta Costituzionale oggi dovrebbe  sciacquarsi la bocca prima di pronunciarne il nome. Leoni, tigri, furono nel redigerla. Oggi a difenderla solo il latrato di cani (Giornalisti e qualche politico-cani da guardia nella accezione positiva) e poi, tutt’ intorno solo iene e sciacalli, direbbe il Principe di  Salina nel Gattopardo. La compagnia dei Nani e delle ballerine non esita a sottrarre al popolo il voto dei referendum, non esita ad ordinare l’epurazione dal servizio pubblico i giornalisti, ad avocare a se i grandi poteri dello stato, a curvare, distorcere la verità, a dissimulare gli accadimenti per renderli credibile ai creduloni, agli onesti. 

La P2. P3, P4 è dei nostri giorni, una sorta di aggregazione di persone che furbescamente si pone il proposito di controllare i settori chiave a danno dei più, del popolo e non solo a vantaggio di pochi. I Nani ostentano ricchezza, boria, la potenza sessuale pure in tarda età. Si circondano di corti ossequiose, irrompono in assemblee che annuiscono sempre e comunque, di cantori e scrittori che ne narrano gesta e virtù. Li contraddistingue l'ostentazione, la magnanimità, una generosità perniciosa: l’incessante lavoro, che prosegue pure di notte, li distingue dai comuni mortali riuscendo ad essere contemporaneamente Sindaci di qualche cittadina, consiglieri in qualche comune e parlamentari della Repubblica. Chi si mette contro è perduto: la malaparata incombe su di lui. Non si accorgono del dolore altrui, dei disoccupati, dei Precari, loro ne sono semplicemente lontani. Chi osa discutere, fare domande, diviene all'istante l’Italia Peggiore.

I Nani scappano,   quando davanti allo specchio incontrano il proprio io, fuggono di fronte alle proprie mancanze, mentono, si sentono aggrediti, malmenati dalla realtà, dalle domande scomode. Si sentono e si vedono persino diversi dall'immagine riflessa della loro figura. Si auto compiacciono, si lodano, sorridono sempre, e comunque debbono dare l'impressione di sapere quello che fanno anche quando sono autori di autentiche gaffe. Loro pensano di poter decidere sopra tutto e tutti senza pagare dazio per i loro errori e soprattutto si sentono protetti, al di sopra della legge manifestando a volte dei veri deliri  di onnipotenza. Forse un fondo di verità esiste nella frase “ questa è l’Italia peggiore” e che più precari di così (45% dei nuovi contratti) non si può, peggio di così, forse non si riesce a fare. 


Loro con i loro stipendi da 15, 16 , mila euro mensili pagati da noi tutti, con i doppi incarichi,  con le migliaia di auto blu, autisti, scorte, passano da una assemblea all’altra a magnificare il vuoto che sostituiscono al poco, creando nuovo precariato, senza formulare progetti per il futuro, badando unicamente ad auto referenziarsi, nelle televisioni, nelle assemblee, nelle campagne elettorali, onnipresenti poi nelle inaugurazioni. I progetti in campo diventano semplicemente dei mutui che riscuoteranno a lungo termine. I numerosi casi di corruzione, condannati, inquisiti anche di fatti gravissimi, non li intacca neppure e come fossero coperti di teflon tutto gli scivola addosso, come se nulla fosse. 

C’era da giurarci che avrebbe impostato in qualche modo la costruzione delle centrali nucleari, la privatizzazione dell’acqua, il ponte di Messina, non spostando di una virgola la durata efficiente dei processi, degli appalti inquinati, delle tangenti, dei pregiudicati in posti pubblici di rilievo. A loro piace avere la fama di essere irresistibili alle donne, anche quando fisicamente la natura non li ha aiutati. Le assoldano, le pagano e a volte esse vengono perfino elette senza nessun trascorso politico. In questo quadro, i ministri non hanno argomenti concreti,  i rappresentati dello stato diventano simili a Star che passano da una telecamera all’altra, emanando proclami roboanti, frasi ad effetto non supportate dal reale a fronte di un paese senza lavoro e con le pezze al sedere. In questo caos i pochi diventano oligarchi, referenti a loro stessi, arroganti nelle intenzioni, nelle frasi pronunciate. Ai giovani viene tolta la spinta, non vengono proposti progetti, ai vecchi la serenità, al paese, il futuro.

L’immagine dell’ Italia peggiore viene mostrata nella politica interna sempre riunita a formulare leggi adatte al premier, ad attaccare i magistrati che indagano sui potenti e nel contempo sottraendogli mezzi, delegittimandoli, accusandoli di eversione, cercando di rendere legale la disuguaglianza irradiandola al paese a reti unificate, a mezzo di stampa alle dipendenze. In mezzo ad un tale casino, nel paese in cui i nani e ballerine si sentono giganti, nasce, cresce ed è fortemente concimata la precarietà che viene assunta come modello di economia del paese.


 QUI precedente post "Gli Indignados Italiani" 


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