Dopo le elezioni amministrative in varie città una seconda partita, quella sui referendum promossa dal basso, è aperta tra i vari giocatori ; tra centro destra e centrosinistra e tra politici e cittadini. La prima si combatte per prevalere sull'altra parte, mostrando le debolezze, l’inamovibilità su temi vitali quali l’economia, la disoccupazione, il precariato, il fisco, le corruttele, gli intrighi, gli scandali, le intenzioni nefaste, la seconda invece è una battaglia
non dichiarata ma che forse è la causa prima della politica sciagurata di scollamento tra i politici stessi e i cittadini e tutto questo non è più accettabile. Mentre i contendenti che pure annoverano persone stimate, oneste, che hanno a cuore il bene comune. pur con qualche mugugno ma facenti parte di una coalizione politica, si debbono necessariamente adeguare al corso della maggioranza. Certo che il singolo è diverso, il suo pensiero, il suo comportamento è differente ma il singolo appartiene ed è sponsorizzato da una coalizione. E noi? Noi cittadini? Noi assistiamo quasi impotenti al succedersi di coalizione politiche che una volta al timone se pure con le dovute eccezioni, si comportano in modo quasi univoco.
Tutti promettono, tutti vorrebbero riformare, cambiare, con il risultato che molto rimane come prima, con la variante che aumentano i compromessi e aumentano le crepe del sistema Italia. Cioè tutto, sembrerebbe funzionare come se non si rendessero conto che LORO vivono in un universo parallelo da Noi e come abitanti di un altro pianeta agiscono di conseguenza. Se qualcosa si è mosso in questo periodo non lo si deve certamente ad idee politiche nuove e neppure ai media che scientemente sviano le problematiche, i fatti oggettivi, ignorando, dissimulando, curvando i fatti ad un tornaconto, piegando la realtà che ci circonda, mostrando quel quarto di bicchiere pieno come riferimento dei nostri pensieri, delle nostre coscienza ed ignorando tutto il resto.
Fin quando non si adotteranno misure di chiarezza Politica, di Legalità certa nelle cariche pubbliche, di sproposito di privilegi dei Parlamentari , dei doppi incarichi, degli stipendi, in un’Italia con le pezze al culo, non siamo nello stesso universo, non parliamo lo stesso linguaggio, non ci intendiamo e non riusciremo a trovale quelle regole generali di convivenza normale, di civiltà solida ed affermata.
Noi sopravviviamo ai loro capricci, alle loro strampalate proposte, ai loro interessi privati, alla pretesa di poter decidere tutto per noi , sempre, comunque e senza pagar dazio. Questa politica svilisce l’interesse, fagocita tutto e tutti con la pretesa di lasciare i cittadini come semplici spettatori, come polli che osservano una gallina nel forno e di questo essere felici ed appagati di tanta partecipazione.
Noi sopravviviamo a venti o trenta anni di precariato, ad un futuro senza pensione, ad una burocrazia spaventosa che mette centinaia di paletti ai poveri cristi quando gli altri traggono vantaggi (ne sa qualcosa chi deve fare domanda di invalidità o farsi riconoscere un diritto). Sopravviviamo alla mancata ricerca, ad una scuola pubblica sempre più povera di mezzi, di cultura di massa, alla sua mancata diffusione, ad una mafia che " minaccia anche le grandi opere", che divora i singoli come leoni con agnelli e si infiltra sempre di più tra i colletti bianchi, su, su, fino al parlamento.
Quel vento che oggi ha cominciato a spirare viene dal Web, dal passaggio di messaggi, di articoli, di documenti a volte volgari altre feroci, altre volte comunicando, altre convincendo, organizzando. Attraverso i discorsi ci si rende conto che Noi siamo Noi, e Loro sono Loro e Loro sono lontano da Noi. Noi dobbiamo pretendere da loro di atterrare in questo universo, su questo pianeta, tra i cittadini che vivono i morsi del reale, la ferocia che la vita comune a volte li sottopone, che sottopone tanti giovani, pensionati, precari. Noi assistiamo alla corruzione generale, alle discariche gestite dalla mafia, alle ecomafie, alle falde avvelenate, all’abusivismo, alle collusioni di colletti bianche e funzionari pubblici dei Comuni, delle Regioni, delle ASL e chi più ne ha più ne metta, il tutto in una arroganza inaudita condita da impunità.
Alla sera poi, accendiamo la tivù e vediamo la commedia della politica, una politica incapace di individuare la rotta giusta, di immaginare qualcosa di nuovo laddove tutto appare una ripetizione, un rifacimento, magari ancora più insensata della precedente perché avulsa dalla realtà. I nervi, i polsi, le angosce e a volte anche la disperazione della gente quando perde il lavoro e non si hanno prospettive, sono reali, fanno male dentro e fuori.
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