Pur non essendo esperti di politica economica possiamo facilmente capirlo ed ammetterlo: la situazione economica, sia Italiana che Europea è davvero difficile, inestricabile, piena di contraddizioni e venirne fuori non sarà una cosa di poco conto. L’ Italia, dove regna incontrastato B. oramai al potere da quasi un ventennio è sicuramente il luogo dove maggiormente risiedono le contraddizioni più grandi. Paradossalmente dobbiamo sperare che sia proprio
il maggior responsabile (logicamente non il solo) a tirarcene fuori con un’idea brillante. Pur avendo avuto a disposizione un lunghissimo periodo di tempo per farlo, oggi dobbiamo sperare che vengano presi urgentemente una serie di provvedimenti strutturali (richiesti a gran voce da tutte le parti sociali) che portino la freccia della crescita economica verso il segno più e il debito pubblico verso il segno meno o perlomeno al pareggio.
Uno dei criteri affinché chi presta denaro continui a farlo è quello di avere fiducia nella persona (o stato) a cui li presta cioè che sia in grado di restituirlo, ovviante con gli interessi.
Sul piano della stima, del prestigio, osservando cosa scrivono di noi italiani, di B. e del governo in carica i giornali di tutto il mondo, non possiamo certo dire che ci ritengono affidabili, dal momento che una certa parte della popolazione continua a fare spallucce sia sulla politica governativa che sulla persona del premier con riferimento agli scandali che coinvolgono lui e suoi stretti collaboratori, le priorità applicate e le esigenze del paese. Partendo dal comportamento personale(sempre riguardo a fatti di rilevanza giuridica) alle sua immagine nella scena internazionale, a tutti i processi a cui è chiamato a rispondere, alle colossali balle che partivano dal milione di posto di lavoro al –non metteremo le mani nelle tasche degli italiani - passando per la nipote di Mubarak e finendo alle «Disposizioni per l’efficienza del sistema giudiziario e la celere definizione delle controversie», cioè il processo corto, non possiamo farci molte illusioni, anzi, abbiamo la certezza di essere ridicoli, non affidabili e che forse a noi in fondo, questa stato di cose non dispiace .
E chi, pone la sua fiducia in persone ridicole?
Sul piano degli investimenti poi, per una crescita economica credibile, poco o nulla è previsto nell'ultima manovra economica, perlomeno così dicono Confindustria e Sindacati che in materia ne sanno qualcosa. In sostanza per cercare di raggiungere il pareggio di bilancio si paga tutto, subito e pagano di più i soliti noti; per le riforme strutturali, l’Iva, la riforma seria della giustizia (quella che accelera i processi con mezzi e uomini poichè l'incertezza del diritto è tra le maggiori cause per cui non attiriamo capitali stranieri), il dimezzamento dei costi della politica, investimenti, ricerca e istruzione, e soprattutto lotta seria all'evasione fiscale, se ne parla a babbo morto. Anzi una cosa importante B. l’ha detta, e cioè investite nelle sue aziende. E adesso che ci penso anche sull'evasione fiscale qualcosina l’ha fatta; uno spot contro quel farabutto evasore e parassita che vive a spese della collettività.
Ricordiamoci che Lui aveva 64 società off shore che gli servivano per non pagare le imposte e che, oltre il 35 per cento di aliquota di tasse, l’evasione fiscale è legittima difesa.
Se a tutto ciò aggiungiamo una classe politica che vanta tra i parlamentari diversi condannati e pluri inquisiti di reati gravissimi (es. Cosentino e Tedesco), se poi utilizziamo una legge elettorale del menga, un parlamento impegnato per anni a promulgare leggi ad personam, che giura e spergiura che non siamo in crisi, dove ogni mattina che Dio ha dato alla terra si deve osservare che ciò che si dice al mattino non vale per la sera ma soprattutto non si attua quello che l’Europa ci chiede, beh c'è da preoccuparsi seriamente. “Ecce Italia!” Un paese con tre mafie, un paese dove pare non si arrivi mai da nessuna parte. Ora chiediamoci: presteremmo danaro ad un paese così? Occorre serietà, necessitiamo di credibilità e di serietà come necessitiamo dell'aria: diamocela.
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