Tutto
è sul tappeto, sufficientemente chiaro. Il Premier è super sputtanato sia dal
punto di vista politico, che non ha
visto realizzare nulla di concreto se non le 42/43/44 leggi ad persona, che dal
punto di vista Etico e morale. Certo che sono parecchio lontano quei tempi del
milione di posti di lavoro o della ricostruzione di Aquila a seguito del
terremoto, o della monnezza a Napoli o ancora dalla promessa della diminuzione
delle tasse, etc etc.
ora Il grande bluff è venuto al pettine. Oggettivamente, siamo in grande difficoltà sulla scena economica
europea e mondiale e mentre apprendiamo che Elgli faceva il Premier a tempo
perso e che la politica Italiana praticamente
girava attorno alla patonza delle sue numerosissime escort, il paese è
praticamente bloccato.
Oggi
poi fare le escort, a sentire i padri e madri di famiglia che escono di
chiesa potrebbe essere una delle
posizioni più ambite perché ha la peculiarità di introdurti negli ambienti più
facoltosi ed importanti e allo stesso tempo guadagnare facile. Le madri
intervistate per strada non avevano nulla da eccepire, anzi. Alla domanda, "se il premer avesse invitato le figlie", hanno risposto “perché no! Chiunque vorrebbe andarci”. Abbiamo
ancora nelle orecchie l’incitamento di quel padre (nella intercettazione
telefonica) che sollecitava la figlia a non farsi sorpassare dalle altre
preferite.
Una conferma di quel che il ministro Rotondi ha affermato in queste ore su B. in una sua personalissima visione Cattolica della vicenda Sexygate. In una trasfigurazione del premier egli addirittura definisce Berlusconi “Santo puttaniere, e statista”, in piena sintonia ed osservanza della Costituzione, articolo 54: “I cittadini a cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina e onore”.
Una conferma di quel che il ministro Rotondi ha affermato in queste ore su B. in una sua personalissima visione Cattolica della vicenda Sexygate. In una trasfigurazione del premier egli addirittura definisce Berlusconi “Santo puttaniere, e statista”, in piena sintonia ed osservanza della Costituzione, articolo 54: “I cittadini a cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina e onore”.
Ma
se pure inseguito dai magistrati di mezza Italia, nonostante l’isolamento
internazionale, la bassa credibilità che
lo precede, nonostante l’incapacità manifesta di gestire la crisi, la contrarietà
della confindustria, le mille vignette che lo sbeffeggiano su tutti i
quotidiani del mondo, seppure la chiesa, lo abbia condannato per l’aria
ammorbante che lo circonda, se neppure la sua debolezza in parlamento e
neanche il ridicolo a cui ha esposto il Paese lo ha disarcionato, come neppure la sua ricattabilità (visto le persone
di cui si circonda) ecco, neppure con tutto questo, Egli, con la sua consueta faccia di Bronzo impietrita,
incurante dei numerosissimi scandali che lo hanno colpito, ci annuncia che né si dimette e né ha intenzione di farlo.
C’è
da dire anche, che a fronte di ciò, l’intera opposizione non ha mai trovato, in
nessuna occasione, un minimo comune denominatore che esprimesse al paese, pur
con la proprie caratteristiche di identità, una intenzione chiara di unicità di
intenti per porvi un qualche rimedio. Appena si accenna ad una qualche iniziativa comune le peculiarità, gli
accenti, finiscono per essere
determinanti sugli obiettivi proposti. Questa opposizione non applica la
locuzione “l’unione fa la forza” ma cede il passo al “dividi et impera” dando
ragione a quei milioni di indecisi che farebbero la differenza alle prossime
tornate elettorali.
In politica e sociologia il ”dividi et
impera” si
usa per definire una strategia finalizzata al mantenimento di un territorio
e/o di una popolazione, dividendo e frammentando il potere dell'opposizione in
modo che non possa riunirsi contro un obiettivo comune, ma nel caso dell’opposizione attuale essa, lo pratica autonomamente.
Questo
ritardo su un eventuale accordo unitario non produce nessun effetto positivo
anzi, rende gli stessi partiti di opposizione correi del declino economico, politico,
morale, sociale, che ci attanaglia paralizzando ed escludendo il paese ad ogni possibile
soluzione che ci permetta di uscire da questa posizione di stallo. Praticamente, se dovessimo fare un paragone
con il gioco degli scacchi potremmo dire che attualmente ci troviamo in una
situazione di Stallo Matto: all’opposizione intera tocca fare la mossa.
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