domenica 27 novembre 2011

I nodi al pettine e la testa nella sabbia


Eccoli, i nodi sono arrivati al pettine- Occorre essere economisti per capire che la tempestività non è stata la parola d’ordine nel primi incendi dell’Eurozona? Oppure psicologi per appurare le menzogne di chi, nel bel mezzo di una delle più grandi crisi che rischia di cancellare l’Europa, diceva che tutto andava bene e che l’Italia non correva i rischi della Grecia?

 Finanche tre settimane or sono Berlusconi all’Italia e al mondo diceva che qui la crisi non si sente. Ed ora che si parla di Piano di salvataggio per l'Italia, chi ci ripaga  di tanta inadeguatezza, di tale dolo? Oggi tutti sono concordi nel dire che se salta l’Italia salta l’euro e quindi l’U.E. Quindi, o si tagliano fuori i paesi pigs che non rispettano il pareggio di bilancio o si spalmano i debiti sull’eurozona, ovviamente con tutte le garanzie del caso di ogni singolo stato. Il beneficio di una Unione forte non sarebbe solo economico ma anche culturale.

L’U.E e tutti i suoi limiti si sono resi evidenti e dopo aver mostrato il lato migliore, cioè  i vantaggi, ora mostra i peggiori: la mancanza di un' unione politica/economica e fiscale. Fuori dai confini EU. troviamo i giganti ad attenderci e sebbene essa ha dalla sua  parte la peculiarità di ogni singolo stato, che è la vera forza, la sua incompletezza ne mostra la limitatezza e la fragilità. Il caso Italia è il più eloquente. Germania, Francia, Italia e Spagna, siano i motori di un Europa  finalmente Integrata.

Tralasciando il ventennio letargico degli Italiani nell’era berlusconiana, i mercati di oggi, possono fare la voce grossa e spezzarci le reni; Germania e Francia incluse. Quello che manca va aggiunto, le storture, corrette, le debolezze, rinforzate e purtroppo, osservando il tassametro dei mercati, dobbiamo fare tutto questo contemporaneamente e il più velocemente possibile. Altra cosa da correggere subitaneamente o limitarne i danni  il più possibile,  è la speculazione fine a se stessa, quella che va a vantaggio di chi ci guadagna sempre, sia che le borse abbiano indice + o -  in un meccanismo dannato e perverso.

Gli speculatori, quelli capaci di mandare in affanno gli stati, di rendere nulle le manovre economiche, ci tengono con la testa nella sabbia e ciò non è più tollerabile oltre che sopportabile ulteriormente.. E’ chiaro che se il debito dei singoli stati venisse spalmato sull’U.E. i Paesi più ricchi si  troverebbero a pagare una parte consistente, ma se non venisse fatto cosa succederebbe? Quindi Eurobond? Certamente si ma con un’Europa completa, altrimenti sarebbero EuronullaBond e ognuno per sé. O si fa L’Europa o si muore.

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