Stiamo qui, in attesa che gli eventi si sviluppino, cercando di tenere accesa la fiammella della
speranza. Siamo abbattuti. Venti anni di lotta intellettuale, di non
accettazione di verità distorte logorano ma non ci hanno ucciso. Uno sguardo
intorno e vediamo i giovani e i disoccupati ai piedi dei muri crollati da ricostruire e dentro di noi tutte le croci dei poveri cristi.
Abbiamo bisogno
di ritrovare dignità, speranza, occasioni, ingegno, operosità …. futuro. Sebbene ci
sentiamo feriti guardandoci intorno, ancora vediamo e sentiamo cose orripilanti. Aumentano
incessantemente i costi della politica e alle fesserie sparate da alcuni ministri se ne sommano sempre di nuove (esiste il Grano Padano quindi esiste la Padania). (Allora esiste la Basilicata perchè esiste il basilico, la Scozia perchè c'è la doccia scozzese, Bruxelles per i cavoletti .. dicono dal Web canzonando la sparata, sostenuta con ardore e convinzione, di un deputato leghista del governo italiano e Sindaco della Repubblica)
Sebbene necessitiamo di un governo di emergenza il costo di tutte le nuove nomine si
sommano a quelle già esistenti perché vi è stato semplicemente un cambio ma non una
sostituzione. I costi della Politica pro capite e complessivi sono i più alti al mondo e sono
uno schiaffo ai disoccupati, al buonsenso, a chi paga le tasse, ai cittadini, mentre l’evasione, la corruzione e l’abuso, impera nel paese. Mentre fuori molti arrancano nel vivere, al palazzo è sempre festa e le coppe sempre piene.
Pensiamo, pensatelo, credeteci, crediamolo. Respiriamo
il pensiero che tutto questo debba finire, che verranno raddrizzate le grandi
anomalie, ciò che è gravemente torto, per sapere che viviamo in una Patria con
una identità comune, in un Paese normale. Che nessuno si arrenda; che il nostro non sia un canto di agonia di cardellini accecati. Speriamo,
crediamo, studiamo, scriviamo, adoperiamoci per ogni giorno nuovo. Guardiamo ai
grandi uomini, ascoltiamo la saggezza dei poeti, che ci indicano la strada e riprendiamo
il viaggio come dopo un naufragio a cui siamo sopravvissuti… come lupi di mare,
scriveva Giuseppe Ungaretti.
Allegria di naufragi
Versa il 14 febbraio 1917
E subito riprende
il viaggio
come
dopo il naufragio
un superstite
lupo di mare
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