Ho sempre pensato che Totò fosse più di un comico, più di un attore. Direi che era un filosofo, anzi un sociologo, forse un sociologo attore che attraverso la recita traduceva e sottilineava i mali italici in un periodo in cui di sicuro ci si doveva arrangiare molto più di oggi .
Attraverso i film, la recita, la mimica, raccontava e spiegava i mali del potere, di quel potere approfittatore in mano quelle persone che approfittano della loro funzione, e questo a tutti i livelli, per trarre vantaggi dal loro ruolo. Totò era un dissacratore del potere così inteso. E' stato anche veggente di ciò che sarebbe potuto accadere tra faccendieri e la politica e in tempi recentssimi, abbiamo potuto sentire con le nostre orecchie cosa succede con alcuni appalti pubblici e chi ride della disgrazie dei terremotati. Questo è un malcostume Italiano che ci divora; divora il tessuto produttivo formato da una miride di piccoli industriali, artigiani, che arrancano, che ci mettono del proprio cercando di competere con Quelli a cui piace vincere facile. Li ho visti piangere, impegnarsi ogni cosa per salvare la ditta, e fallire, ma le carte erano truccate. Questo male divora il lavoro, le istituzioni, l'anima delle persone che al motto "così fan tutti" replicano in ogni dove l'esempio dei Vincitori di quelle figure pubbliche che si accordano sottobanco, alla faccia dei gonzi che li hanno eletti nel gioco delle elezioni senza preferenze.
E allora ...passiamo tutti dalla parte dei vari ragionier Casoria, dalla parte degli esosi, che guadagnano sulle forniture, che non si saziano mai e continuano a mettere zucchero nella tazzina del caffè senza fermarsi (totò truffa). E' caduto il rispetto per il pubblico, la sua sacralità e la sacralità del pubblico denaro che al mormorio " ma sono soldi tuoi? E' roba tua? No e allora..." Si accordano truccando gli appalti, nelle concessioni di permessi, nelle cariche direttive, nei voti di scambio, nell'acquisto di consensi. Se non avremo la forza di riprestinare la sacralità del pubblico, del pubblico servizio, della funzione pubblica, del pubblico denaro, non rimarrà che organizzarci in bande. Dal film Gli Onorevoli- accordo pre elettorale.Attraverso i film, la recita, la mimica, raccontava e spiegava i mali del potere, di quel potere approfittatore in mano quelle persone che approfittano della loro funzione, e questo a tutti i livelli, per trarre vantaggi dal loro ruolo. Totò era un dissacratore del potere così inteso. E' stato anche veggente di ciò che sarebbe potuto accadere tra faccendieri e la politica e in tempi recentssimi, abbiamo potuto sentire con le nostre orecchie cosa succede con alcuni appalti pubblici e chi ride della disgrazie dei terremotati. Questo è un malcostume Italiano che ci divora; divora il tessuto produttivo formato da una miride di piccoli industriali, artigiani, che arrancano, che ci mettono del proprio cercando di competere con Quelli a cui piace vincere facile. Li ho visti piangere, impegnarsi ogni cosa per salvare la ditta, e fallire, ma le carte erano truccate. Questo male divora il lavoro, le istituzioni, l'anima delle persone che al motto "così fan tutti" replicano in ogni dove l'esempio dei Vincitori di quelle figure pubbliche che si accordano sottobanco, alla faccia dei gonzi che li hanno eletti nel gioco delle elezioni senza preferenze.
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