mercoledì 22 settembre 2010

I Simboli e Pulcinella



E’ dalla notte dei tempi che la simbologia possiede  una potente  capacità di identificare ora divinità ,ora importanti segnali evocativi e rappresentativi. Le divinità, ancora oggi ed in molti paesI, sono rappresentate da animali:  possiamo menzionare gli  Egizi  ad esempio, dove il dio Ra è raffigurato con il corpo di uomo e la testa di falco, a quelli più recenti che simboleggiano la forza, l’astuzia, la potenza, e di simboli ce ne sono stati e ce ne sono un’infinità. Vi sono  simboli di guerra, di pace, d’amore, di identificazione con demoni, di angeli, di forza pari a quella del leone, della  tigre, dell’elefante, della scimmia, del drago, dell’ aquila, della volpe, della mucca e perfino del topo. Anche le squadre di calcio sono rappresentate da simboli. Il toro per il Torino, il diavolo per il Milan, il biscione per l’Inter e così via. Oltre questi ci sono anche quelli di partito, la falce e il martello, lo scudo crociato, la rosa, e non ultimo il sole delle alpi.
Ogni partito, ogni gruppo viene rappresentato da un simbolo; laddove vi sono compagine umane là vi troveremo un simbolo, un simbolo di un casato, di un regno,  di una nazione, ma sempre e comunque un simbolo di comunità e in ogni dove, sono presenti per rappresentarle e per trasmettere a noi la loro presenza, la loro storia e le loro idee.  Il simbolo è un elemento della comunicazione che esprime contenuti di significato ideale dei quali esso diventa ilsignificante. Se, come sostiene René Alleau,[3] una società senza simboli non può evitare di cadere al livello delle società infraumane, poiché la funzione simbolica è un modo di stabilire una relazione tra il sensibile e il sovrasensibile, sulla interpretazione dei simboli e sul loro impiego da sempre gli uomini sono divisi. Anche le bandiere sono simboli, simboli di una nazione, della sua unità e la loro funzione è quella di evocare l’unità di un popolo, un popolo che si riconosce unito sotto gli stessi colori che lo rappresentano. 

Nelle immagini di combattenti nei monumenti, vediamo dei militari che ergono una bandiera che li rappresenta, che dice “siamo qui, questa collina è stata conquistata col sangue ed ora appartiene al nostro popolo e per questa bandiera, per questa patria,  siamo disposti a morire. Ecco perché,  anche solo pronunciare parole di disgusto o di offesa alla bandiera comporta gravi conseguenze. Il massimo disprezzo per una bandiera è quello di  bruciarla ed in questo periodo, nelle manifestazioni in alcune nazioni accade spesso. Se solo un cinese in patria provasse a bruciare la sua bandiera, se solo un americano in patria  provasse, se qualcuno nella propria terra provasse a ingiuriare il sangue di cui impregnata la bandiera a taluno potrebbero succedere cose molto spiacevoli, dappertutto gli accadrebbero cose spiacevoli, diverrebbe un estraneo al proprio paese, il nemico della casa comune.

Dappertutto, proprio ovunque, anche nel più remoto angolo del mondo … .ma non nella casa di pulcinella (che chiagnie e fotte), non nelle scuole di pulcinella, non nel parlamento del paese di pulcinella. In quel paese la legge non è uguale per tutti, in quel paese brindano e festeggiano quando qualcuno diventa più uguale di altri, quando chi fa le leggi le disfa e le ordisce a misura di pochi. In quel paese, con la sua bandiera, ci si può pulire il sedere e generare delle gran risa, in quel paese si possono cospargere le scuole pubbliche di simboli politici, di colori di partito, di fazione che hanno il significato di divisione, di secessione auspicata, dichiarata, voluta, urlata, pretesa, contrattata, portata nei comizi, nelle strade, sulle magliette, sui cartelli stradali, nell’abbigliamento, al collo e senza provocare sdegno, intervento, provvedimenti  sanzionatori.

A motivo di ciò, qualche bandiera di riduci di guerra si è levata, la presenza di qualche motivata persona, e tutto si zittisce mentre già pervengono altre notizie che distoglieranno l’attenzione su quanto è successo. Il dilagante silenzio ci impregna le coscienze, le ossa, i vestiti; l’assordante silenzio può far si che non esista più patria, più unione, più Italia. Forse sorgeranno i casati del nord, del sud, i signori dei regni, un re sotto sembianze diverse che dispenserà favori ai propri sudditi e molti vorronno essere nella rosa dei prescelti, forse verranno istituite le ancelle del re, verrà forse riprestinato lo“ Ius primae noctis, forse  prostituirsi al sultano verrà riconosciuto come  una filosofia di vita, potrebbe sorgere una nuova forma di vassallaggio e pure i dialetti intesi come lingue di piccole città, di frazioni che non si intendono tra loro.  Si sveglieranno mai i leoni della casa se sono essi stessi  autori consenzienti?

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