Il tempo dell’esecuzione sembrerebbe arrivato e Sakineh Mohammadi Ashtiani, donna di 42 anni, madre di due figli, se non interverrà qualcosa o qualcuno, verrà uccisa per lapidazione dopo essere stata ritenuta colpevole e condanna per adulterio, rea confessa di aver avuto una relazione con un cugino del marito e di aver ucciso quest’ultimo. Il suo avvocato ha dichiarato che la confessione è stata ottenuta dopo due giorni di torture, confessione trasmessa dal la tv Iraniana dove si vede la donna, tremante e confusa confessare i delitti a lei ascritti. Ora il mondo intero guarda verso l’Iran e se l’esecuzione verrà effettuata vedrà questa donna sotterrata sino al petto, uccisa secondo le modalità dei tribunali islamici e secondo un rito ben preciso, con delle pietre di una determinata misura scagliate da un determinato numero di persone.Sebbene nel Corano non venga fatta menzione di una pena del genere ,
ancora molte donne, nei paesi o zone più radicali dove tale usanza è ancora attiva, vengono giustiziate. Quello che l’intero occidente ora si chiede è “ E’ questo il messaggio Islamico che si vorrebbe diffondere? E’ questa la modalità tramite cui le persone dovrebbero avvicinarsi e conoscere un credo diverso . Da quale Grazia dovremmo essere avvolti nell’assistere a questo tipo di esecuzioni che non elevano gli esseri umani agli alti traguardi interiori che la religione propugna? Dov’è la giustizia quando non rende le persone uguali al cospetto di una guida religiosa , che non concede loro una difesa adeguata, che discrimina il genere femminile, che ottiene una confessione che si potrebbe ottenere anche da un’esquimese prelevato direttamente dal Polo Nord, oppure da uno dei suoi stessi carnefici se sottoposti allo stesso trattamento; anche un pesce potrebbe confessare una tale colpa se fosse così torturato.
ancora molte donne, nei paesi o zone più radicali dove tale usanza è ancora attiva, vengono giustiziate. Quello che l’intero occidente ora si chiede è “ E’ questo il messaggio Islamico che si vorrebbe diffondere? E’ questa la modalità tramite cui le persone dovrebbero avvicinarsi e conoscere un credo diverso . Da quale Grazia dovremmo essere avvolti nell’assistere a questo tipo di esecuzioni che non elevano gli esseri umani agli alti traguardi interiori che la religione propugna? Dov’è la giustizia quando non rende le persone uguali al cospetto di una guida religiosa , che non concede loro una difesa adeguata, che discrimina il genere femminile, che ottiene una confessione che si potrebbe ottenere anche da un’esquimese prelevato direttamente dal Polo Nord, oppure da uno dei suoi stessi carnefici se sottoposti allo stesso trattamento; anche un pesce potrebbe confessare una tale colpa se fosse così torturato.
Non riconoscendo un’adeguata difesa non si può ottenere un adeguato trattamento giudiziario. Se le leggi in vigore in uno stato non riconoscono un altro essere umano possessore di uguali diritti, non è sicuramente Dio o un profeta a parlare ma una interpretazione del suo pensiero in una forma restrittiva. Se così non fosse quel Dio si autoescluderebbe da tale levatura spirituale, e quindi è solo un’interpretazione più restrittiva, una chiusura, una severità oltre il senso positivo dell’uomo, e allora dove sarebbe il limite di tale restrizione, e chi lo stabilisce? Chi condanna a morte? Alla lapidazione? La lapidazione è un trattamento che non è previsto neppure per gli animali, e allora un uomo, una donna valgono meno di un animale agli occhi di un giudice? E’ Dio che prevede questo? E quando? E tramite quale voce? In quale passo? Tutti lo vogliamo sapere, musulmani compreso. E’ così difficile verificarlo? E’ nel nome di Dio, per mano di chi afferma che è lui a volerlo, di fare la sua volontà che si sono consumati i maggiori crimini sull’umanità. “Con Dio dalla nostra parte - è il suo volere- è un tipico atteggiamento mentale dell’opinione pubblica o dei governi quando si vuole dimostrare le proprie ragioni al di là della ragione stessa. Lo dissero gli americani contro i Pellerossa, in Vietnam, in Cambogia, in Irak, lo disse Hitler con il mondo intero, musulmani compreso allo scopo di voler giustificare l’ingiustificabile, perché ognuno di loro era convinto di avere Dio dalla loro parte. “Noi non obbediamo agli ordini di nessuna potenza terrena, ma soltanto agli ordini di Dio, che ha creato il popolo tedesco. Possa Dio onnipotente concedere la sua grazia al nostro lavoro, orientare la nostra volontà, benedire la nostra intelligenza e colmarci della fiducia del popolo!”, diceva Hitler. E’ sempre la solita vecchia storia. “ con Dio dalla nostra parte”.
Ora l’immagine di Sakineh è visibile in ogni città del mondo, in ogni provincia del pianeta, in ogni computer, in ogni giornale e quello che sta per subire, in qualsiasi caso, non depone a favore della causa Islamica, non è buona cosa per i musulmani nel mondo che vengono associati ingiustamente a questi episodi e ritenuti capaci di tali trattamenti, non depone a favore della possibilità di realizzare luoghi di culto, non depone a favore dei rapporti dell’Occidente con l’Iran e con il mondo islamico in toto, e questo non è giusto e non apre neppure prospettive di incontro. Il grado di civiltà di una nazione parte dal senso di giustizia, dalla presenza di discriminazioni di qualcuno , dalla Pena Capitale che infligge ai suoi concittadini, dall’uso della tortura, dalle libere elezioni e e dalla libertà di espressione; mancando anche uno solo di questi elementi, desiderare altro, sperare in altro, combattere per qualcosa d’altro è praticamente certo. La lapidazione resta in vigore, come sanzione penale, in diversi paesi o regioni di paesi, tra cui, oltre all’Iran, l’Arabia Saudita, gli Emirati Arabi Uniti, la Nigeria, il Pakistan, il Sudan e lo Yemen. Nella provincia di Aceh, Indonesia.
Per Sakineh Mohammadi Ashtian e non solo, Amnesty International lo scorso luglio ha promosso un appello internazionale, contro questa pratica disumana.
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