Quella che è stata la patria della resistenza contro l’oppressione fascista e nazista, della formulazione della bella Carta Costituzionale, della risalita culturale di massa con l’alfabetizzazione , dopo aver compiuto questi grandi passi in avanti, con una delle ultime proposte legislative, eccola farne tre indietro. Partendo dall’assunto, che pur essendo imperfetta la democrazia rimane la migliore delle forme di governo possibili , in questi giorni, avviene che in parlamento si sta avviando alla promulgazione una legge che mette al riparo il presidente del consiglio da reati da lui eventualmente commessi durante la sua carica. Verrebbe da dire “più legge ad personam di così”. Oltre a ciò la norma sarebbe addirittura retroattiva e sarebbe ripetibile nel caso egli fosse nominato Presidente della Repubblica. In sostanza, verrà promulgata una legge che renderà un uomo più uguale di altri e lo renderà diverso nei diritti fondamentali , minando di fatto l’uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge, e la sua persona. Un esempio corrente è quello in cui egli , ritenutosi diffamato ha denunciato Report, la trasmissione di Milena Gabanelli . Questo atto farà si che il Presidente del Consiglio potrà portare in tribunale i giornalisti responsabili del servizio, la Rai, ma gli stessi non potranno fare lo stesso con il Presidente, cioè non lo potranno portare in giudizio, finché rivestirà cariche pubbliche importanti, e sempre ammesso che nel frattempo non venga promulgata una ulteriore legge di protezione che lo riguardi.
In un paese a noi confinante, la Francia, vedendo nella riforma delle pensioni, (fatto di cui si parla in questi giorni), un attacco all’uguaglianza delle persone, moltissimi cittadini francesi sono scesa in piazza in protesta contro il provvedimento. Non stiamo discutendo se il provvedimento sia giusto o sbagliato o economicamente corretto, ma vorrei mettere in luce la coesione nazionale su un fatto, cioè che la riforma è ritenuta dai cittadini ineguale . Nella nazione della “Liberté, Égalité, Fraternité (in lingua francese Libertà, Uguaglianza, Fratellanza)”, ciò non è ammissibile, esso provoca un moto di sollevazione generale. In Italia, le cose stanno andando in modo diverso, qualche mugugno, ma nessun moto di reazione generale dei cittadini rispetto a norme( che tra l’altro non sono di natura economica) che li rendono diseguali. L’Italia dormiente e consenziente preferisce “laissez-faire ” . Ricordiamo o Impariamo :
Libertà
La prima parola del motto repubblicano, Liberté fu all'inizio concepita secondo l'idea liberale. La Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino (1795) la definiva così: «La libertà consiste nel potere di fare ciò che non nuoce ai diritti altrui». «Vivere liberi o morire» fu un grande motto repubblicano. Sotto il governo di Maximilien de Robespierre, detto del Terrore (Terreur). Divenne famoso il motto: «Nessuna libertà per i nemici della libertà».
Uguaglianza
Secondo termine del motto repubblicano, la parola Égalité significa che la legge è uguale per tutti e le differenze per nascita o condizione sociale vengono abolite; ognuno ha il dovere di contribuire alle spese dello Stato in proporzione a quanto possiede. Il principio teoricamente era già presente nel concetto di Stato di diritto, ma con la Rivoluzione Francese venne praticamente messo in atto.
Fratellanza
Nella Dichiarazione dei diritti e doveri del cittadino, parte integrante e iniziale della Costituzione dell'anno III (1795), la Fraternité, terzo elemento del motto repubblicano, è definita così: «Non fate agli altri ciò che non vorreste fosse fatto a voi; fate costantemente agli altri il bene che vorreste ricevere».
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