martedì 26 ottobre 2010

“OGM? No Grazie, meglio Made in Italy” Presidenti Regioni-Cia-Vas e Coldiretti Contrari

Queste in sintesi  le dichiarazioni e le posizioni riportate su  tutti i siti di tutte le Regioni  e  Provincie della Coldiretti,  in merito alla contrarietà agli OGM- (Organismi Geneticamente Modificati),  posizione unanime assunta dagli  Assessori  Regionali all’Agricoltura riunitisi alla fine dello scorso mese di settembre e confermato dai Presidenti delle Regioni nel corso della Conferenza delle Regioni del 14 ottobre 2010.
Dalle Regioni giunge una importante ed unanime assunzione di responsabilità con un forte e deciso “no agli Ogm” che argina il pericolo della diffusione del cibo  biotech nei campi. Una definitiva indicazione sulla linea che l’Italia deve tenere in Europa è venuta dalla Conferenza delle Regioni che ha scelto all’unanimità di fermare la coltivazione di organismi geneticamente modificati (Ogm) in Italia,
con l’importante invito ad esercitare la clausola di salvaguardia per vietare sul territorio nazionale la semina e la produzione della patata Amflora e del mais Mon810. E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel commentare positivamente il voto unanime dei Presidenti delle Regioni che hanno respinto il provvedimento sulle linee guida nazionali sulla coesistenza tra coltivazioni geneticamente modificate, convenzionali e biologiche, nell’ambito della Conferenza delle Regioni, in attesa della nuova normativa comunitaria . Gli organismi geneticamente modificati (Ogm) spingono – sostiene la Coldiretti – verso un modello di sviluppo che è il grande alleato dell’omologazione e il grande nemico della tipicità, della distintività e del Made in Italy. “Qualità, genuinità e sicurezza alimentare sono i punti  su cui dobbiamo fare leva per il rilancio del settore”,  dichiara il Presidente della Coldiretti Campana, Gennarino Masiello . E ancora: “Contaminare le nostre colture con gli Ogm significa compromettere il valore del Made in Italy,   La scelta di non utilizzare Ogm non è quindi il frutto di un approccio ideologico, ma riguarda una precisa posizione economica per il futuro di una agricoltura che vuole mantenere saldo il rapporto con i consumatori. Su questa strada l’Italia – continua la Coldiretti – non è certo da sola poiché dopo il divieto posto anche in Germania si sono ridotti a soli sei, su ventisette, i Paesi Europei dove si coltivano organismi geneticamente modificati (ogm) con un drastico crollo del 12 per cento delle semine. Il drastico crollo nei terreni seminati con organismi geneticamente modificati in Europa nel 2009, conferma che nel coltivare prodotti transgenici non c’è neanche convenienza economica.  Secondo i presidenti Politi di Cia e Pollice dei Vas,- fare fronte contro gli Ogm e impedire che anche il nostro grande e straordinario patrimonio zootecnico continui ad essere contaminato. D’altra parte, l’agricoltura italiana è riuscita a tutelare la sua inimitabile varietà sia grazie all’azione svolta dai produttori che a quella della scienza che, però, non ha avuto certo bisogno degli Ogm per andare avanti. L’Italia si unisce al numero crescente di Paesi europei come Austria, Ungheria, Lussemburgo, Grecia, Francia e Germania che hanno già vietato il mais MON 810 mentre con il medesimo mezzo giuridico per ora l’Austria, l’Ungheria ed il Lussemburgo hanno vietato, altresì, la patata Amflora.

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