lunedì 24 ottobre 2011

Merkel-Sarkosy "Io non sono Pasquale"

Se qualcuno aveva ancora qualche dubbio sul ridicolo che il Presidente del Consiglio Italiano suscita quando si nomina il suo nome, ora può toglierselo definitivamente. Purtroppo per noi, ed aimè quanto vorremo che così non fosse, l’imbarazzo è andato in scena. Alla stampa che gli aveva chiesto se l’Italia supererà l’esame al vertice europeo che si e’ aperto a Bruxelles rispondeva così: “Ma che domande fate? Io non sono mai stato bocciato nella vita”. Mentre prima, dietro le quinte,

ci aveva rassicurato che era riuscito a convincere la Cancelliera Merkel (ho convinto la Merkel sulla ripresa dell’Italia) sulla serietà dei provvedimenti inseriti nel tanto atteso decreto sviluppo, in scena, le risatine ed i sorrisi ridicolizzavano in mondo visione il nostro paese .
Non che non lo sapevamo. Tutti i giornali del mondo lo fanno quotidianamente da tempo, ma noi evidentemente, guardando ed ascoltando i giornalisti stipendiati dal Premier, evidentemente non ce ne siamo accorti ma, osservando in diretta la conferenza stampa conclusiva del vertice dei 27 Capi di Stato dell’Unione Europea a Bruxelles, abbiamo potuto toccare con gli occhi,  un’altra realtà. Avete fiducia in Berlusconi?”, incalza subito dopo un giornalista italiano ai due capi di Stato(Merkel e Sarkosy)-“Abbiamo fiducia nel senso di responsabilita’ delle istituzioni italiane, politiche, economiche e finanziarie”, si limita a rispondere Sarkozy.
Le battute ci  precedono e l’ilarità ci accoglie a schiaffi sulla faccia. Ma ancora c’è chi interpreta in altro modo il brutto film che tutti hanno visto. “Sarkò e Merkel fanno i maestrini” oppure “Sarkosy come Zidane" - I francesi hanno un brutto vizio. Quando sono in difficoltà con noi italiani perdono il controllo, diventano arroganti....Sarkozy ce l'ha tanto con noi è ovvio. I conti dell'Italia c’entrano ma fino a un certo punto.”  (ambedue da il Giornale) e gli schiaffi, (Italia messa sullo stesso piano della Grecia.)  da quanto viene scritto, dovremmo desumere che non erano dedicati a Lui, non erano un puro atto di accusa, una bocciatura verso B. e la sua coalizione. 

Certo che non è bello che ridano di noi, non lo è affatto. E' triste, tragico e pericoloso, ma se un Presidente del Consiglio si copre di scandali, impreca inopportunamente contro la magistratura all'orecchio del Presidente degli Stati Uniti dicendogli pure che gli pareva un tantinello abbronzato e semina figuracce per il mondo, (indimenticabile il cucù alla Merkel) fa battute  a non finire e vuol fare intendere al mondo che Ruby è la nipote di Mubarak, è certo che il ridicolo ci anticipa e non ce la possiamo prendere con chi ride, ma con chi si suscita quelle risate, con chi porto con se il senso del ridicolo, ridicolo di cui tutti noi paghiamo le conseguenze, in termini di credibilità, autorevolezza, fiducia dei mercati ed investimenti stranieri. 
Il timore a questa ridicola situazione da Repubblica delle Banane, visto i risultati economici e lo stallo in atto nel paese,  è quello già espresso chiaramente da E. Marcegaglia: qui ci chi commissariano. Una cosa è certa, i disoccupati, i precari, i cassintegrati e la stragrande maggioranza dei cittadini Italiani non ridono. Ma forse le risate non erano riferite a  Berlusconi – proprio come diceva Totò mentre veniva schiaffeggiato da un giovanottone  in un suo famoso sketc - Io non sono Pasquale” a me che me ne frega!

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