Certo che non possiamo archiviare il fenomeno Berlusconi, e neppure il Berlusconismo, con la stessa nonchalance con cui diciamo - tolto il dente tolto il dolore. Non si potrà fare in tempi brevi, anche perché Egli è lì , ancora siede in parlamento e ancora tira i fili della sua creatura, dei suoi dipendenti Stampa, dei suoi fedeli , cercando di beffare il destino
che sembrerebbe abbia scritto altre cose per lui che quella di continuare a reggere altre maggioranze politiche. Per noi, per molti italiani, è stato come quando da ragazzini, nelle piazze arrivava un piccolo circo, per il quale tutti accorrevano curiosi in cerca di cose sorprendenti da vedere e da raccontare avendole viste e vissute in prima persona. Forse non sentiremo più l’Uomo dei miracoli che tra roboanti parole farà ancora sognare ricchezza per tutti. Un parallelismo moderno poco riveduto e corretto di quanto abbiamo assistito in questo ventennio, ignorando anche ingenuamente quanto saremmo stati coinvolti dagli eventi nostro malgrado. La storia a volte può coglierci distratti.
Allestito il suo Circo Saltanò, tra una folla festante in cerca di stupore, un presentatore ad alta griderà- “venite, venite! Zampanò, il famoso, l’unico, l’irripetibile, spezzerà le catene con la sola forza del petto. Poi, dal nulla, col solo uso del suo ingegno imprenditoriale e null'altro, creerà un milione di posti di lavoro, legifererà meno tasse per tutti, processi celeri, meno burocrazia”. E chissà quali altri desideri riuscirà a riconoscere tra sguardi della gente, quali coscienze riuscirà ad ammaliare scovando nei loro bisogni e ingannandole.
L’uomo che è sceso in campo, irrompendo improvvisamente nella scena politica, successivamente, si è parato a noi d’innanzi dentro piccolissimi schermi che parevano realtà, continuamente, insistentemente, ossessivamente. Una voce lo precedeva “ Stà arrivando l’uomo che ha fatto grandi fortune e che sicuramente farà anche la vostra! E’ arrivato un’uomo che vi stupirà per le sue capacità, che vi farà strabuzzare gli occhi per le sue performance, capace di farVi sognare ad occhi aperti: è arrivato Zampanò! E’ arrivato Zampano!”.
Zampanò è l'acrobata, il Matto, l’outsider, il conductor che ci abbacina la mente con dei flash, il funanbolo sicuro la cui vita viaggia sempre su di "un filo teso nel vuoto", l'uomo che mostra a Gelsomina, sua compagna, la via di fuga dalla mostruosità di quella vita; una speranza che improvvisamente sembra vicinissima, quasi banale, ma che invece la condurrà verso la tragedia. Egli è un saltimbanco che viaggia attraverso le realtà più sparute dell’Italia ancora contadina ed ingenua degli anni cinquanta , esibendosi in improbabili prove di forza. “Ha fatto grande il Milan farà grande l’Italia” gridò una donna. “E’ già ricco di suo, non corremperà come hanno fatto altri”, gli fece eco un’altra per strada.
Appunto, La Strada, un film quasi profetico di Federico Fellini che nella realtà Italiana si ripete e si concretizza nei fatti odierni. Se è vero che la storia serve a non farci ripetere gli errori commessi, la storia di questo tempo, potrebbe essere un’altra occasione per verificarlo.
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