E’ dunque questo il
nostro destino? E’ questo il risultato di tanto patriottismo, di
responsabilità, ciò che resta della storia recente? Sembrerebbe proprio di si. Nonostante le borse siano in fiamme, nonostante tutte le rappresentanze sociali siano contrarie, nonostante l’Europa e tutti gli
osservatori del mondo che ci fanno il verso, come un Raiss B. e la sua maggioranza, continuano a
dirci che la situazione che sembrava di ingovernabilità in realtà sta
migliorando ed è l’unica possibile,
come il leghista Roberto Calderoli che è passato dalle 'braghe calate' a dopo i colloqui
al Colle, ''Gli incontri al Quirinale vanno sempre bene, anche meglio''.
Mentre Angelino
Alfano invece, dopo aver parlato apertamente di
"congiura", è passato al “non ci sono
alternative a questo governo”, praticamente- non avrete altra maggioranza
che noi. Nessun autorevole Conductor guiderà nessun governo tecnico, ci dicono. Mentre lo
spreed a 450 punti e la benzina raggiunge 1,7 Euro/lt, i governanti fanno spallucce sperando di tirare fino al
limite possibile ed oltre. Che volete che sia il defolt del paese?
Eppure l’esempio della
Grecia è li da guardare in diretta mentre scivola nel caos totale. Questa è la
tirannia. Pur rendendosi conto di quanti scandali hanno minato la credibilità
del paese, la ferocia dei morsi dei mercati che stanno lacerando la carne viva
dei ceti bassi e medi, nonostante i ripetuti richiami del Presidente della
Repubblica nel prendere contromisure credibili, la tirannia non sente ragioni e
forte della sensazione di mantenere la posizione di stallo, procede comunque. Poco
importa della volatilità delle manovre approvate, dissolte in una nuvola di fumo,
poco importano le risa, le opinioni degli osservatori di tutto il mondo, i richiami; non hanno più faccia. Giunge in questo
instante l’ultima nota del Presidentedella Repubblica Giorgio Napolitano
Dichiarazione del Presidente Napolitano in merito ai
colloqui informali avuti con le maggiori componenti delle forze di opposizione
e di maggioranza
N o t a
Il Presidente della Repubblica,
Giorgio Napolitano, ha rilasciato la seguente dichiarazione:
"Ho avuto ieri e oggi
colloqui informali con le maggiori componenti delle forze di opposizione e di
maggioranza, per meglio accertarne le valutazioni e le posizioni in un momento
di diffusa e acuta preoccupazione per le difficoltà e i rischi cui l'Italia è
esposta nel quadro della grave crisi dell'Eurozona. Non si è trattato di
consultazioni protocollari - di cui non esistevano i presupposti - con tutti i
gruppi e i partiti rappresentati in Parlamento, e con figure istituzionali di
cui raccogliere i pareri. Ferma restando la rispettosa attenzione che riservo
anche ai soggetti con cui non ho potuto in questa occasione intrattenere
colloqui, è comunque risultato ampiamente significativo il quadro che ho tratto
dagli incontri da me tenuti.
Credo di poter dire ai nostri partner europei, agli osservatori internazionali,
e al mondo degli investitori finanziari, che le forze politiche fondamentali, sia
di maggioranza sia di opposizione, sono consapevoli della portata dei problemi
che l'Italia deve affrontare con urgenza e attraverso sforzi coerenti e
costanti nel tempo. Gli obbiettivi di risanamento finanziario e di rilancio
della crescita economica e sociale assunti dalle autorità italiane nelle sedi
europee - da ultimo, nelle riunioni del 26 ottobre - sono seriamente
riconosciuti come impegnativi dal più ampio arco delle parti politiche e
sociali.
Permane il contrasto tra forze di opposizione - da un lato - che considerano
necessaria una nuova compagine di governo, su basi parlamentari più ampie e non
ristrette a un solo schieramento, come condizione di credibilità e attuabilità
degli obbiettivi assunti dall'Italia ; e forze di maggioranza - dall'altro lato
- che confermano la loro fiducia nell'attuale governo, giudicandolo senza
alternative e in grado, allo stato attuale, di portare avanti con il loro
sostegno gli impegni sottoscritti, insieme con i doverosi adempimenti di
bilancio.
Alle une e alle altre forze appartiene interamente la libertà di assumere le
rispettive determinazioni in Parlamento e le responsabilità che ne conseguono
rispetto agli interessi generali dell'Italia e dell'Europa, in una crisi
finanziaria ancora gravida di incognite.
I prossimi sviluppi dell'attività parlamentare mi consentiranno di valutare
concretamente la effettiva evoluzione del quadro politico-istituzionale".
3 novembre 2011
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