giovedì 10 maggio 2012

Mantenuti "a carne di lepre"


Oltre a chiederti cosa puoi fare tu per l’Italia, chiediti cosa hanno fatto "Loro" del nostro paese. Questo pare essere il motto di molti astensionisti e non alle ultime elezioni amministrative. Loro, sono i politici, quelli pagati come nessuno in Europa,



quelli che hanno fatto gli affari loro, che hanno corrotto o sono stati a guadare, quelli che hanno occupato ogni posto e più posti a sedere contemporaneamente, quelli che hanno consentito il crollo del paese, il quasi monopolio informativo, la mortificazione politica, ambientale, economica e culturale.


Certo è che se la Grecia piange (53% di disoccupazione giovanile), la spagna e l’Italia, non ridono, ma tra i due paesi chi pare essere più è vicina alla Grecia è l’Italia. Linguisticamente non ci capiamo ma in fatto di corruzione e casta politica vale il detto “Grecia Italia, una facia una raza”, infatti nella classifica della corruzione la Grecia è al 78° posto, Italia 67°. Da “Il mondo di Atene” di Luciano Canfora, più che mai attuale - anche qui da noi, oggi, vi sono “Ateniesi” (le diverse caste) che presumono di avere lo stesso diritto acquisito: quello di farsi mantenere “a carne di lepre” (così scrive Aristofane) a spese dei sudditi, cioè a spese nostre, di noi tutti.

Quanto detto,  in un paese come l'Italia dove la disoccupazione giovanile è al il 35,9% , vessato da una tassazione da capogiro, diventa intollerabile e se la situazione attuale non subirà mutamenti potrebbe diventare esplosiva.  

Scrive Marios Kampouris in un recente articolo dal titolo "Grecia anno zero" - Certo, solo un ingenuo (o un corrotto) potrebbe negare l’esistenza, in Grecia, di una diffusa corruzione. Essa ha rappresentato, senza dubbio, una costante nella storia repubblicana della Grecia e dei suoi governi, guidati dai due principali partiti politici. Così, la corruzione generalizzata, l’assenza di opportunità nel mercato del lavoro e la mancanza di una rete di protezione sociale hanno spinto una larga fetta di giovani ad astenersi dal sostenere e votare i due maggiori partiti. 

Ma alzando lo sguardo, oltre le Alpi, osservando la Germania, vediamo un paese coeso, a bassissima corruzione, con politici seri, culturalmente preparata, forte economicamente e dove il capo del governo  Angela Merkel, dallo Stato tedesco riceve 9.072,43 netti per governare una nazione con 80 milioni di cittadini, la terza potenza economica del mondo mentre l’ambasciatore italiano a Berlino guadagna il doppio della cancelliera.  In soldoni… queste le differenze e le analogie più evidenti con i due stati e venirci a chiedere dove tagliare le spese ai più è parso un’ulteriore beffa piuttosto che una richiesta di suggerimenti.

Ps. La critica è generalizzata anche se occorrerebbe fare qualche distinguo. Non andare a votare (e il desiderio è forte) anche se comprensibile, è senza dubbio una non risposta. In un paese che attende migliore e maggiore giustizia, lavoro e cultura, sarebbe fatale: sarebbe come chiudere l'unica finestra in una stanza murata e attendere.




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