Oltre a chiederti
cosa puoi fare tu per l’Italia, chiediti cosa hanno fatto "Loro" del nostro paese.
Questo pare essere il motto di molti astensionisti e non alle ultime elezioni amministrative. Loro, sono i
politici, quelli pagati come nessuno in Europa,
quelli che hanno fatto gli
affari loro, che hanno corrotto o sono stati a guadare, quelli che hanno
occupato ogni posto e più posti a sedere contemporaneamente, quelli che hanno
consentito il crollo del paese, il quasi monopolio informativo, la mortificazione
politica, ambientale, economica e culturale.
Certo è che se la
Grecia piange (53% di disoccupazione giovanile), la spagna e l’Italia, non ridono, ma tra i due paesi chi pare
essere più è vicina alla Grecia è l’Italia. Linguisticamente non ci capiamo ma in
fatto di corruzione e casta politica vale il detto “Grecia Italia, una facia
una raza”, infatti nella classifica della corruzione la Grecia è al 78° posto, Italia
67°. Da “Il mondo di Atene”
di Luciano Canfora, più che mai
attuale - anche qui da noi, oggi, vi sono “Ateniesi” (le diverse caste) che
presumono di avere lo stesso diritto acquisito: quello di farsi mantenere “a
carne di lepre” (così scrive
Aristofane) a spese dei sudditi, cioè a spese nostre, di noi tutti.
Quanto detto, in un paese come l'Italia dove la disoccupazione giovanile è al il 35,9% ,
vessato da una tassazione da capogiro, diventa intollerabile e se la situazione attuale non subirà mutamenti potrebbe diventare esplosiva.
Scrive Marios Kampouris in un recente articolo dal titolo "Grecia anno zero" - Certo,
solo un ingenuo (o un corrotto) potrebbe negare l’esistenza, in Grecia, di una
diffusa corruzione. Essa ha rappresentato, senza dubbio, una costante nella
storia repubblicana della Grecia e dei suoi governi, guidati dai due principali
partiti politici. Così, la
corruzione generalizzata, l’assenza di opportunità nel mercato del lavoro e la
mancanza di una rete di protezione sociale hanno spinto una larga fetta di
giovani ad astenersi dal sostenere e votare i due maggiori partiti.
Ma alzando lo sguardo, oltre le Alpi, osservando
la Germania, vediamo un paese coeso, a bassissima corruzione, con politici
seri, culturalmente preparata, forte economicamente e dove il capo del governo Angela Merkel, dallo Stato tedesco riceve 9.072,43 netti per
governare una nazione con 80 milioni di cittadini, la terza potenza economica
del mondo mentre l’ambasciatore italiano a Berlino guadagna il doppio della
cancelliera. In soldoni… queste
le differenze e le analogie più evidenti con i due stati e venirci a chiedere dove tagliare le
spese ai più è parso un’ulteriore beffa piuttosto che una richiesta di suggerimenti.
Ps. La critica è generalizzata anche se occorrerebbe fare qualche distinguo. Non andare a votare (e il desiderio è forte) anche se comprensibile, è senza dubbio una non risposta. In un paese che attende migliore e maggiore giustizia, lavoro e cultura, sarebbe fatale: sarebbe come chiudere l'unica finestra in una stanza murata e attendere.
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