Non sono mai stato bravo con i numeri, ma se quelli che
votano questa politica da venti anni sono circa il 30% dei votanti gli altri,
quelli che non la condividono e ne sono
avversi quanti sono tradotto in milioni
di persone? Qualunque sia il loro numero sono tanti, troppi. Troppi che vagano
in un limbo sociale, come in una “Casa dei Matti”. Qualcuno forse ricorda il vecchio
Cerletti, quell’Ospedale psichiatrico … il Manicomio ... quello alle porte di
Milano, a Parabiago? Ecco, così mi pare
avvenga nella nostra nazione.
Là dentro ognuno dei "pazzi" aveva un suo mondo, le sue
paure, i suoi terrori, i propri pensieri, i propri luoghi della memoria dove andare a rifugiarsi
per rimanere ancorati a questo mondo, come attaccati ad una fune per non
precipitare. Ogni tanto qualcuno provava a gridare disperato la sua rabbia, a
denunciare il suo malessere … la sua solitudine gridata al mondo come richiesta
di aiuto, per paura di fare una follia,
un gesto che potrebbe ledere altri, gente innocente, i propri cari. Allo stesso
modo, messi in allarme dalle grida egli, il pazzo, i molti egli, vengono legati ad un letto,
ridotti al silenzio ed i passanti incuriositi dal trambusto, non cogliendo una
qualche verità tra le parole lanciate al cielo, borbottando la solita frase “ è matto” si
allontanano rapidamente tornando alla proprie cose.
V’è una speranza di
risveglio da questa letargia collettiva, da questo silenzio condiviso, da
questa solitudine dei più in questo Paese? Venti anni di una nazione sono andati persi per
sempre, venti anni non ancora terminati, in ostaggio di un solo uomo che con il 30% dei
consensi tiene sotto ricatto un Paese sedato, forse vigliacco, forse ossessionato dall'immobilismo inteso come sicuro rifugio contro il mutare degli eventi.
Sarà
possibile tornare alla piena consapevolezza della ragione, della razionalità mediata?
Già, mediata ... perché anche la
razionalità pura, se applicata alla vita
senza discernimento, è comunque pazzia.
Nessun commento:
Posta un commento