giovedì 26 maggio 2011

Ladri di democrazia

                                         
Ditemi voi se questo è un premier. che pur al governo da 17 anni, quasi ininterrottamente, continua ad incolpare altri della situazione contingente. Incolpa altri per le mancate riforme che anche autorevolissimi rappresentanti dello stato ritengono necessarie, incolpa altri degli insuccessi di cui sì è fatto autore e portabandiera, incolpa tutto e tutti mosrando gli stessi sintomi che colpiscono i  tiranni che vedono nemici e cospiratori tutt’intorno

Ditemi se questo è un premier quando non si accorge della disoccupazione che divora il futuro della migliore gioventù o non si accorge della situazione in cui versano i poverissimi, degli anziani, senza protezione, senza considerazione, senza serenità. Egli non si accorge dei milioni di precari che in nome della  flessibilità hanno raggiunto in numero quasi la metà della forza lavoro. Non si accorge dei disoccupati, che non possono acquistare una casa, farsi una famiglia. Ditemi se questo è un premier quando seminando discriminazione, menzogne ed esagerazioni caricaturali dei propri avversari politici, in piena complicità della sua maggiornaza, ruba pezzi di democrazia, quando tramite astute manovre nega il diritto di poter  esprimere il voto alla popolazione, quando promulga e disfa leggi a proprio piacimento, quando non perde occasione per promettere il paese del bengodi in ogni dove,  ripetendo come un tantra che tutte le cose stanno volgendo nel migliore dei modi possibili, mistificando  così la reale situazione .

Egli pur possedendo la maggioranza dei mezzi di comunicazione e controllando l’altra parte, pur avendo a stipendio giornalisti che cantano le sue lodi da mane a sera, grida la sua impossibilità a parlare. Egli si prende gioco della giustizia, la beffeggia, giudica coloro lo debbono giudicare accusandoli di eversione e di architettare un golpe giudiziario.
Poi in sede internazionale, rivolgendosi al Presidente degli stati Uniti B. Obama,  denuncia che in Italia  è in vigore quasi una  dittatura dei magistrati, delegittimando  il proprio paese e una fondamentale istituzione dello stato. Nel tempo ha lasciato avvitare il paese attorno ai suoi problemi fatti di scandali, processi, e barzellette volgari facendo ridere l'intero mondo, di noi tutti. Ha banalizzato la cultura, la ricerca, la protesta giovanile, il rispetto della patria, della funzione pubblica.

La sua grande ricchezza ed il potere a sé avocato, gli ha fatto perdere il senso comune, il polso del popolo portandolo lontano dalla gente, dagli operai, dai cittadini, dalla capacità di comprendere il reale e con essa la capacità di governare. Abnorme la sicumera mostrata, troppi poteri lasciati in mano di un solo uomo e puranche ciò, pare non essere sazio. In mezzo a tanta sregolatezza, tanta smisurata boria, tanto smarrimento si spegne un paese.

Il presidente americano Abraham Lincoln, ha detto: “Si può ingannare tutto il popolo per un po’  di tempo, si può anche ingannare una parte del popolo di tanto in tanto, ma non si può ingannare tutto il popolo tutto il tempo”

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